“All’angolo”: nel carcere di Mantova la rinnovata biblioteca con 1.600 volumi

MANTOVA – Il nome, “All’Angolo”, l’hanno scelto gli stessi detenuti. Un po’ perché la biblioteca trova sede in fondo a un corridoio della sezione maschile del carcere di Mantova, un po’ perché è così che si sente chi è ospite tra quelle mura: all’angolo rispetto alla società, alla vita che prosegue là fuori.

La rinnovata biblioteca della casa circondariale di via Poma è stata inaugurata ufficialmente oggi alle 13.30, con un momento per la stampa che ha preceduto la cerimonia e si è svolto a mezzogiorno presso la Sala Impastato del Centro culturale “Baratta”, alla presenza degli Assessori alle Biblioteche e alla Legalità Alessandra Riccadonna e al Terzo settore Andrea Caprini, del Funzionario giuridico pedagogico del carcere Giuseppe Novelli, della Responsabile dei servizi bibliotecari Francesca Ferrari, accompagnata dalla Coordinatrice della Biblioteca Baratta Maria Cappelletti e dalla Bibliotecaria Nicla Rottichieri, nonché da Milena Bernardelli e Silvia Bernardoni, volontarie dell’Associazione Bibliofficina che ha materialmente donato i libri. L’iniziativa è partita da un’idea di Graziella Bonomi, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Mantova.

Alle spalle della cerimonia odierna, che cade all’interno della 14esima Settimana nazionale delle biblioteche – Biblio Pride 2025, c’è un anno di lavoro e di coordinamento tra istituzioni e realtà del territorio che hanno collaborato fattivamente per raggiungere l’obiettivo di rinnovare radicalmente lo spazio bibliotecario del carcere cittadino, già esistente da anni ma necessitante di uno “svecchiamento” radicale, nonché di spazi di pluralità che riescano a creare un contatto con i detenuti, spesso stranieri, spesso poco avvezzi all’utilizzo della lingua italiana.

“Abbiamo sempre puntato al valore della promozione della lettura come elemento di libertà e di crescita – spiega Riccadonna -. In questo caso lo è ancora di più perché ci troviamo in un posto dove la libertà è limitata e dove la lettura può fornire veramente una possibilità di sfogo e di crescita per i detenuti. La crescita e il reinserimento sociale sono loro diritti, e questo può avvenire anche tramite l’uso consapevole di una biblioteca, una biblioteca nuova, più accogliente e inclusiva, in cui grazie alla collaborazione con i volontari di Bibliofficina i detenuti potranno essere responsabili di questo materiale, diffonderlo e custodirlo”.

Circa 1.600 i titoli a disposizione del centinaio di detenuti della sezione maschile, che ora contemplano anche dizionari di varie lingue, quantomai necessari per tanti ospiti di madrelingue straniere, e persino una sezione dedicata ai fumetti grazie a una donazione privata che, a quanto pare, sta piacendo moltissimo ai lettori della casa circondariale. “Proprio il tema delle donazioni – affermano Bernardelli e Bernardoni – è importante, perché ci permettono di aumentare i titoli in dotazione”. I più urgenti, se così si può dire, sono quelli in lingua: “ne abbiamo ancora pochi, anche perché sono più costosi”, spiegano. Diversi titoli sono giunti sugli scaffali proprio perché richiesti dai detenuti, e non sorprende che l’autore più gettonato sia Wilbur Smith, romanziere sudafricano che ha sempre ambientato le sue avventure in luoghi esotici.

“E’ un luogo che già esisteva all’interno della casa circondariale – sottolinea Novelli – ma che è stato riqualificato con fondi dell’Amministrazione penitenziaria per quanto riguarda lo spazio, con una nuova pavimentazione e nuovi arredi. Allo stesso tempo, con il Baratta e l’associazione Bibliofficina è stato rinnovato anche il patrimonio librario. Il senso è quello di creare un luogo d’incontro, un luogo di cultura e lavorare per il cambiamento attraverso la definizione di un’identità culturale”.