Arco-Este, l’assemblea non si farà. Cappellari: “va garantito il pluralismo a scuola”

MANTOVA – Alla fine l’assemblea d’istituto del D’Arco-D’Este sul tema della partecipazione democratica e dei referendum non si farà. Negli ultimi giorni era stata la Lega Nord, tramite la consigliera regionale Alessandra Cappellari, a scagliarsi contro la presenza del segretario provinciale della Cgil Michele Orezzi all’evento organizzato in orario curricolare, senza che fosse stato previsto l’intervento di una figura di schieramento opposto – quantomeno sul tema dei referendum del prossimo giugno. Nel giro di poche ore i rappresentanti d’istituto avevano spiegato che non si trattava di un’assemblea “di parte”, invitando la stessa Cappellari a presenziare. Infine, a stretto giro di posta, anche il dirigente scolastico Antonino Scutti aveva ribadito che l’assemblea si sarebbe svolta soltanto se si fosse garantito un contraddittorio tra chi sostiene il “sì” e chi il “no”.

Ipotesi decaduta automaticamente nel momento in cui da quest’ultimo schieramento è stato annunciato che, dato il poco preavviso, non sarebbe stato possibile far presenziare alcun esponente all’evento in programma lunedì prossimo.

“Bene la precisazione dell’Istituto “D’Arco-D’Este” di Mantova che, per voce del dirigente scolastico, chiarisce che la circolare in cui si annunciava l’assemblea sul referendum in tema di Job act e di cittadinanza aveva carattere provvisorio, in attesa di trovare un esponente che facesse da controparte per dare svolgimento a un vero e proprio dibattito e non a un incontro a senso unico. Appare però singolare – affermano Alessandra Cappellari e il Responsabile Enti locali della Lega mantovana, Adriano Cattaneo – che di detta provvisorietà, a una sola settimana dalla data dell’evento, non vi fosse alcuna traccia in un documento pubblico. È quindi evidente come l’imminente annullamento arrivi dopo che è stato sollevato il problema dell’inopportunità e scorrettezza politica della presenza all’assemblea di una sola parte, ovvero la Cgil. Diversamente, sarebbe stato scandaloso sia da parte di un sindacato accettare l’invito in una scuola pubblica per parlare di politica senza dibattito, squalificando l’iniziativa degli studenti a un banale assurdo comizio, sia da parte della scuola a permettere una iniziativa grave e in spregio alle basilari regole democratiche del confronto tra diverse opinioni per sviluppare un pensiero critico, ragionato e oggettivo negli studenti”.
“Ci pare opportuno sottolineare – concludono i due esponenti del Carroccio – che l’intervento pubblico del nostro movimento non è stato per “ottenere un invito”, ma per evidenziare come la scuola debba ammettere certi temi garantendo però l’espressione di una pluralità di posizioni, così da effettivamente garantire la formazione di un pensiero critico. Avere invece una sola parte ospite, garantirebbe solo un “pensiero unico” che riteniamo vada contrastato e non sostenuto. Come Lega continueremo a vigilare affinché venga garantito un sano pluralismo nelle aule scolastiche, richiedendo se necessario controlli da parte del Provveditorato e dell’Ufficio Scolastico Regionale”.