Bobo Craxi: “Legame indelebile tra Mantova e mio padre che fu uomo di Stato”

MANTOVA – Un incontro per ricordare Bettino Craxi a 25 anni dalla sua scomparsa è quello che si è tenuto questa mattina a Cà degli Uberti. Sala gremita nonostante la pioggia battente per incontrare il figlio Bobo e ricordare insieme a lui questa importantissima figura del socialismo italiano che aveva un forte legame con Mantova.
A dialogare con il segretario provinciale del partito socialista mantovano, Michele Chiodarelli, Bruno Tabacci, deputato con una lunga esperienza politica alle spalle, Michele Orezzi, segretario generale Cgil Mantova e, ospite tanto atteso, il figlio di Bettino Craxi, Bobo a cui chiediamo: “com’è cambiata a 25 anni dalla sua scomparsa la percezione della figura di suo padre?
“E’ cambiata nel modo in cui tutte le cose quando si storicizzano assumono una forma più nitida e si tende a giudicare la storia e il pensiero politico – spiega Bobo Craxi – e poi c’è l’effetto del nuovo che è avanzato e che ti porta a pensare che il vecchio fosse meglio, vale nella politica come nella musica”.
Quali sono i valori di Bettino Craxi che andrebbero recuperati al giorno d’oggi? “Al netto della cultura socialista che ha un suo fondamento profondo nella storia della formazione delle democrazie occidentali che non sono disperse, quello che vale la pena di ricordare è il ruolo politico dell’uomo di Stato che non fu solo di parte, ma che fu uomo della nazione, dell’impulso al dinamismo che seppe imprimere alla sua azione di governo”.
Valutando poi la fase della crisi che ci fu di quel sistema politico, Bobo Craxi sottolinea come questo abbia aperto le strade ad una fase che è ancora in essere cioè quella di una politica subalterna ad altri poteri: a quello economico per esempio e che compete con il potere giudiziario per la primazia dell’ordine dello Stato.
“Non si è ancora venuti a capo di questo problema – sottolinea – finchè i diversi poteri vivono in ordine si compensano e si aiutano, quando questi poteri si mescolano e si ostacolano o si avversano ecco che producono crisi, caos, confusione, paralisi, immobilismo”.
Oggi è qui a ricordare i 25 anni della scomparsa di suo padre a Mantova, città a cui era molto legato “Sono molto contento di essere qui, Mantova aveva una radice socialista molto antica, qui sono nate le prime leghe, le cooperative. Nella terra mantovana, come in quella emiliana confinante, il socialismo realizzato era qualcosa di molto concreto. Spiace che questo tipo di radici, questo profilo del socialismo più autentico, più verace un pò si sia smarrito e anche il sistema stesso della cooperativa e della lega si è trasformato in qualcosa d’altro: tutto però cambia, non dobbiamo essere conservatori, ma questo cambiamento fa impressione, basti pensare che le cooperative sono diventate “Iper”. Osservando però alcune esperienze amministrative, sono convinto che ci sia di fondo un’ispirazione degli attuali governanti e amministratori consci che tutto si è reso possibile grazie ad una cultura politica della sinistra italiana che ha avuto pregi e meriti” conclude.

“Il legame della nostra città, del nostro partito e Bettino Craxi era molto forte – spiega Michele Chiodarelli, segretario provinciale del Partito Socialista – lui venne per la prima volta nel 1970 a chiudere la campagna per le regionali e la federazione scelse come location piazza 80° Fanteria e alla fine si scusarono per avergli dato una piazza non tra le più grandi della città e lui rispose: “non preoccupatevi, quando sarò segretario nazionale tornerò e riempirò le vostre piazze più grandi”.
Ed è andata esattamente così, già nel ’79 piazza Erbe contò più di 6mila persone, poi è tornato più volte. In una occasione il suo comizio ha aperto anche un concerto di Gino Paoli a Belfiore in un gremitissimo festival dell’Avanti”.
Craxi inoltre era molto legato ai sindaci di Mantova Usvardi e Bertazzoni ” mi ricordo – prosegue Chiodarelli – che Bertazzoni siccome conosceva il russo gli faceva anche da interprete quando incontrava gli esponenti dell’Est perchè non si fidava dei traduttori ufficiali e quando ci fu la famosa contesa nel 1985 tra Usvardi e Bertazzoni lui mandò un telegramma ai consiglieri comunali eletti dicendo di votare sindaco Bertazzoni”.
“Oggi quindi è un momento per ricordarlo per la sua importanza nella storia italiana, ed è significativo farlo in una città che ha avuto con lui un legame molto forte” conclude.

Tra i partecipanti all’incontro di questa mattina l’ex sindaco Sergio Genovesi, seduta vicino al lui l’ex assessore comunale Maria Barletta, ma anche il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, l’assessore Andrea Murari, il consigliere regionale Marco Carra, il vice sindaco di Quistello, Massimo Marchini, il consigliere Enrico Grazioli.