MANTOVA – In provincia di Mantova, nei primi tre mesi del 2024, ha chiuso un negozio ogni due giorni. Il dato, rilevato da Confesercenti, è a dir poco preoccupante ma rispecchia fedelmente i tempi che viviamo, caratterizzati da una diffusione sempre più esponenziale degli acquisti online. Gli eCommerce battono le botteghe, con conseguente impoverimento dei territori, e la testimonianza di questo trend è tutta contenuta in un altro dato: nel Mantovano ogni ora vengono effettuate in media quasi 580 consegne.
Le vetrine continuano a spostarsi dalla strada alla rete, ma il risultato nuoce ai Comuni. Nei primi tre mesi del 2024 nella provincia di Mantova sono scomparse 45 imprese del commercio al dettaglio, per una media di un negozio ogni due giorni. Un crollo cui corrisponde la crescita inarrestabile degli acquisti online: secondo le stime di Confesercenti lieviteranno del +13% nel corso del 2024, generando quasi 5,1 milioni di spedizioni ai clienti mantovani, in media circa 579 consegne di pacchi all’ora.
Tra chiusure e mancate aperture, il numero di negozi di vicinato al servizio della comunità mantovana è calato in modo continuo dal 2016 in poi. Erano 3.514 a fine 2023, sono 3.468 al primo trimestre 2024 (Dati Unioncamere).
Con la riduzione dei negozi, si riduce anche la base imponibile per il fisco. Secondo le stime di Confesercenti, dal 2014 a oggi il tessuto commerciale italiano ha perso oltre 92mila imprese. E con loro, l’Irpef, la Tari e gli altri tributi – dall’occupazione di suolo pubblico alla pubblicità – solitamente pagati dai negozi. In media, la desertificazione commerciale ha portato a una perdita cumulata di 5,2 miliardi di euro di tasse negli ultimi dieci anni. A perderci sono soprattutto fisco centrale ed enti locali. Del gettito sfumato, infatti, il 17,4% – 910 milioni di euro – sarebbe stato di Imu, il 12,6% – o 660 milioni di euro – di Tari, il 42,7% (2,24 miliardi) di Irpef, cui si aggiungono 223 milioni (il 4,3%) di addizionale regionale e comunale Irpef, 700 milioni di euro di Irap (il 13,4%) e infine 510 milioni di euro di altri tributi comunali (9,7% del totale).
Anche per questo Confesercenti della Lombardia Orientale sostiene in Regione Lombardia il Progetto di legge regionale che chiede di trattare le logistiche alla pari della Grande Distribuzione Organizzata.
“Il progetto di legge pone le basi per un processo di pianificazione e valutazione più strutturato per gli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale; l’obiettivo di armonizzare la pianificazione urbanistica a livello sovracomunale e tutelare ambiente e salute è condivisibile – spiega Gianni Rebecchi, presidente della sede di Mantova di Confesercenti della Lombardia Orientale. – Tuttavia sarà importante garantire che i criteri per la definizione degli ambiti territoriali idonei e la procedura di valutazione degli interventi tengano in considerazione gli effetti della logistica quando è al servizio del commercio elettronico. Il commercio elettronico porta con sé molte opportunità, ma anche molti aspetti problematici se non opportunamente governate anche a livello territoriale. Oltre al mancato gettito fiscale dovuto alla scomparsa dei negozi, c’è un tema ambientale, perché un elevato numero di consegne contribuisce all’inquinamento atmosferico e alle emissioni di CO2, specialmente nelle aree urbane densamente popolate. È quindi necessario per noi che l’efficienza e la comodità delle consegne venga bilanciata con interventi di sostenibilità ambientale e di supporto al commercio locale”.