Peste suina, ordinanza di Fontana per favorire il depopolamento dei cinghiali

MANTOVA – Meno vincoli burocratici, procedurali e di gestione delle risorse economiche: sono queste, in sintesi, le novità contenute nell’ordinanza che il presidente della Regione Attilio Fontana ha firmato oggi al fine di implementare e facilitare le azioni di prevenzione e controllo della PSA – Peste Suina Africana.

Con questo provvedimento – commenta Fontana – intendiamo favorire al massimo le attività di depopolamento dei cinghiali, principali vettori della Peste Suina Africana nei suini allevati e responsabili di ingenti danni all’agricoltura”. “La nuova Ordinanza del presidente – fa eco l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi – è un’ulteriore risposta alla necessità di controllare questa specie invasiva, a tutela del patrimonio zootecnico rappresentato dagli allevamenti di suini che, ormai da mesi, hanno rafforzato al massimo le misure di sicurezza per proteggere un settore fondamentale per l’agroalimentare lombardo e nazionale. Oggi le carni provenienti dai nostri allevamenti sono le più sicure e controllate al mondo”.

La firma della nuova ordinanza non fermerà comunque la manifestazione organizzata da Coldiretti per martedì 18 giugno a Milano, di fronte a Palazzo Pirelli.

Quali sono i principali punti di novità inserite nel documento firmato dal presidente Fontana?

Anzitutto, nelle aree protette come parchi e riserve naturali, viene introdotto il principio del potere sostitutivo da parte di Regione Lombardia qualora l’Ente gestore non sia in grado di adottare il Piano di controllo.

Inoltre, gli Ambiti e i Comprensori di caccia regionali potranno disporre delle risorse economiche non utilizzate per le attività di controllo e gestione del cinghiale, favorendo la realizzazione di strutture adatte al conferimento e stoccaggio in loco delle carcasse.

Le attività di controllo del cinghiale coordinate dalle polizie provinciali potranno essere autorizzate senza necessariamente prevedere la presenza di un agente, utilizzando modalità da remoto. Lo sparo sarà consentito anche da veicolo (ad esempio dal cassone di un pick-up). Gli operatori potranno inoltre avvalersi di visori notturni e qualsiasi fonte luminosa che possa agevolare l’attività. Verranno, comunque, garantite le condizioni di sicurezza necessarie.

Saranno semplificate le modalità per i rilievi biometrici sui cinghiali abbattuti e nella “zona di restrizione II” gli abbattimenti dei cinghiali sono consentiti come controllo faunistico. Le altre forme di caccia sono permesse, purché rispettino i protocolli di biosicurezza. In “zona di restrizione I”, la caccia al cinghiale è permessa e deve mirare all’abbattimento del maggior numero possibile di animali.

Altra novità riguarda il consumo delle carni di cinghiale abbattuti in Zona di Restrizione II. Finora tutte le carcasse dovevano essere distrutte. Ora sarà possibile autorizzare l’uso domestico privato per autoconsumo degli animali abbattuti, a condizione che transitino presso strutture approvate dal Servizio veterinario delle ATS, nel rispetto di specifiche procedure di biosicurezza e che tali carcasse risultino negativi ai test di laboratorio per la ricerca del virus della PSA.

“Oggi – dichiara il consigliere regionale del Pd Marco Carra – in imperdonabile ed estremo ritardo Fontana vara una nuova ordinanza, ma difficile credere che possa essere una risposta concreta al problema. Da mesi chiediamo alla Regione di mettere a punto un Piano regionale straordinario per il contenimento dei cinghiali previsto dalla legge 157/1992, ma fino a oggi la giunta Fontana è rimasta inerte e completamente inadempiente. Il diffondersi della peste suina è stato sottovalutato con leggerezza, nonostante la necessità denunciata da tempo da più parti di metter in campo azioni e strumenti efficaci per fronteggiarla.”

“Il numero stimato di cinghiali presenti nel territorio italiano è salito a due milioni e mezzo – spiega Antonella Forattini, deputata Pd e componente della Commissione Agricoltura – un numero esorbitante che provoca ingenti danni alle produzioni agricole, veicola la peste suina, crea problemi di equilibrio nel rapporto con le altre specie”. Da qui, la scelta del gruppo PD di presentare un’interrogazione al Ministro Lollobrigida per sapere quali Regioni abbiano adottato il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica e quali siano i risultati eventualmente conseguiti.

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