Candidatura cucina italiana verso l’Unesco ma Alberto Grandi smonta il mito: “solo marketing”

Passo avanti decisivo per la candidatura della ‘Cucina italiana’ a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Lo rende noto il Mic comunicando che la candidatura alla Lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco ha ricevuto una valutazione tecnica positiva dagli organismi consultivi. Il dossier, intitolato ‘La Cucina Italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale’, è il risultato di un lungo lavoro dell’Ufficio Unesco del Ministero della Cultura, che, si legge nella nota del Mic, ha raccolto dati, testimonianze e documentazione per raccontare al meglio l’unicità della tradizione gastronomica italiana. “La cucina italiana è una storia collettiva, scritta ogni giorno nelle case, nelle comunità e nei territori. Questo riconoscimento sarebbe un grande motivo di orgoglio per l’Italia intera”, dichiara Gianmarco Mazzi, Sottosegretario del MiC con la delega all’Unesco. Diversamente da altri riconoscimenti gastronomici Unesco, la candidatura italiana celebra un’intera tradizione culinaria quotidiana, diffusa e non legata a un singolo rito o piatto. Dopo la valutazione tecnica positiva, il dossier sarà esaminato dal Comitato intergovernativo per la salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. La decisione finale è attesa durante la sessione del Comitato a New Delhi dall’8 al 13 dicembre. Gli esperti internazionali valuteranno il valore culturale della tradizione italiana, la sostenibilità delle pratiche e la capacità di trasmettere conoscenze alle generazioni future.

Grandi gela gli entusiasmi: la cucina italiana un ‘totem’ inventato, non un patrimonio da salvare

Non la pensa così il mantovano Alberto Grandi, professore associato di Storia del cibo all’Università di Parma, dove insegna anche Storia dell’integrazione europea.
Salito alla ribalta delle cronache negli ultimi anni grazie a libri, podcast e incontri seguitissimi, Grandi ha già smontato molti miti legati al cibo italiano, spiegando che “la cucina italiana tradizionale non esiste, essendo stata inventata cinquant’anni fa e abilmente raccontata dal marketing. L'economia mantovana alla sfida delle tecnologie digitali del post-CovidÈ vero che i prodotti italiani sono eccellenti, ma è falso che abbiano origini leggendarie, perse nella notte dei tempi”, scrive in un suo libro.Anche riguardo alla candidatura della cucina italiana all’Unesco, Grandi afferma: “È pure questa solo un’operazione di marketing. Sono anni che parliamo del grande valore dei piatti italiani, ognuno con le proprie caratteristiche legate al territorio, e adesso andiamo a candidare un ‘totem’ che mette tutto insieme, ma non si capisce cosa. Inoltre, solitamente vengono candidati a patrimonio immateriale dell’Umanità elementi la cui sopravvivenza è a rischio, e non mi pare proprio sia il caso della cucina in Italia, che vive una stagione floridissima”.
“Comunque – aggiunge – sono stati candidati e hanno ricevuto il riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco i Pupi Siciliani o la Perdonanza Celestiniana, di cui si erano completamente perse le tracce fino a quando, nel 1983, il sindaco dell’Aquila Tullio De Rubeis decise di rilanciare la cerimonia, alla faccia della tradizione. Ma gli esempi simili sono molti. In questo quadro, candidiamo pure la cucina italiana, ma capiamo bene che si tratta solo di un’operazione turistico-promozionale.”

E oggi esce il nuovo libro di Grandi “L’invenzione del cuoco – Contro le bugie degli Chef”

Intanto proprio oggi esce il nuovo libro di Grandi “L’invenzione del cuoco – Contro le bugie degli Chef” (Mondadori Editore). Un saggio in cui il professore mantovano afferma due intuizioni storico-scientifiche: è la cucina che ha fatto gli italiani (e non viceversa) ed è la televisione che l’ha inventata e raccontata corredandola dei suoi archetipi: ricette, forchettate in diretta, nutrizionisti, chef con pose da star.  Tutto questo a partire dagli anni sessanta, con il mitico Carosello e poi attraverso trasmissioni e personaggi di variegata competenza, da Ave Ninchi a Luigi Veronelli fino ad Antonella Clerici o a Benedetta Parodi…..A Mantova Grandi presenterà il libro il 28 novembre a Il Libraccio in via Verdi 50 alle ore 18