Di Matteo Vincenzi
inviato a Roma
Alle 15 in punto piazza San Giovanni pullula già di 200mila persone.
È il giorno dell’Orgoglio Italiano, la mega adunata di piazza voluta da Matteo Salvini per mandare l’avviso di “sfratto” all’esecutivo giallo-rosso. E la risposta della gente che ha occupato ogni metro quadrato del selciato della storica piazza capitolina è stata straordinaria, fotografia di un popolo che non ne può più di vessazioni. “Si sappia – è stato detto dai manifestanti – che l’imposta per la vendita di case da privato a privato verrà triplicata, come se la casa, il patrimonio immobiliare in cui si sono riversati i risparmi di generazioni di famiglie, non fosse già ipertassata. Per non parlare di burocrazia, ingiustizie quotidiane e balzelli demenziali vari (aumenti dei prelievi bancari, cancellazione del regime semplificato per le piccole partirlte Iva, guerra alle bibite zuccherate, al gasolio e a qualsiasi abitudine non contemplata nel M5S “Rules” o nelle elucubrazioni Dem£.
Anche Mantova ha fatto la propria parte, con un delegazione di più di 150 persone, prevalentemente leghisti. Insieme al segretario provinciale Antonio Carra e al deputato Andrea Dara, c’erano anche il consigliere regionale Alessandra Cappellari e il possibile candidato di Mantova 2020 Stefano Rossi. Presenti anche simpatizzanti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, non, però, i vertici provinciali.
Il mega comizio inizia con un minuto di silenzio per Matteo e Pierluigi,i poliziotti uccisi a Trieste da un domenicano pluripregiudicato. Prima dei tre leader della coalizione, c’è spazio per lo sfogo dei sindacati di Polizia («trattano meglio i delinquenti di noi, non si può andare avanti così»), per i governatori e i sindaci, pronti a dare battaglia verso i due cardini su cui si fonda la proposta di Pd e M5S: 10 miliardi di nuove tasse nascoste nelle pieghe della manovra e porte ri-spalancate all’invasione e al business di scafisti e Ong. Il primo a parlare è Silvio Berlusconii. «Con questo Governo delle cinque sinistre la libertà è a rischio. Nel 2006 – ricorda – l’adunata di popolo fece cadere Prodi, adesso bisogna fare lo stesso con Conte, perché l’asse Pd-5 Stelle è un pericolo per la libertà». Il testimone passa a Giorgia Meloni. La prima bordata è per Grillo e la sua “ultima infelice uscita: togliere il voto alle persone “anziane”. «Si è travestito da Joker, e devo dire che il passaggio da comico a pagliaccio è stato impercettibile». La piazza esplode in un Vaffa assordante indirizzato al comico genovese, costretto a subire la più elementare legge del contrappasso. Arrivano le bordate per Pd e Boldrini («vogliono regalare la cittadinanza agli immigrati, ma lo impediremo, perché è un premio è non un diritto») e contro il ministro Fioramonti che vorrebbe togliere il crocefisso dalle scuole («chi si sente urtato dai nostri valori se ne vada altrove, che il mondo è grande»).
Tocca finalmente a Matteo Salvini, che scalda subito la folla facendo ascoltare quanto profetizzo’ Oriana Fallaci un quarto di secolo fa. «Qui c’è la piazza, la gente perbene; dall’altra parte c’è chi sta chiuso nel palazzo per salvare le poltrone e fare i propri interessi». Quindi una promessa ai romani: «Vi libereremo dalla Raggi e Zingaretti, due sciagure per la città e il Lazio».
Con promessa finale: «Presto torneremo alla guida del Paese per ridare dignità agli italiani e liberarlo dalle tasse e da chi mette costantemente a rischio la sicurezza dei cittadini e la sopravvivenza di commercianti, artigiani e imprenditorii».