Cimice asiatica, Coldiretti Mantova lancia l’allarme: danni già oltre i 2 milioni di euro

I frutteti mantovani “soffrono” l’invasione di cimice asiatica, da alcuni anni flagello di colture quali meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e piante da vivaio,

MANTOVA – Un’annata drammatica per la frutticoltura mantovana, messa in ginocchio dalla cimice asiatica. Secondo le prime stime di Coldiretti Mantova, i danni causati dal fitofago alloctono superano già i 2 milioni di euro, tra perdite dirette e indirette. E il peggio potrebbe ancora arrivare.

“La raccolta delle pere è in corso, ma sappiamo che la cimice tende a migrare anche su colture come soia e mais. Il bilancio è destinato a peggiorare,” spiega Pier Paolo Morselli, presidente della cooperativa Corma di San Giovanni del Dosso e agricoltore Coldiretti. “La situazione è grave e servono risposte concrete.”

Serve un tavolo tecnico interregionale

Morselli, agronomo, propone l’attivazione urgente di un tavolo tecnico interregionale per coordinare la lotta alla cimice asiatica e sostenere la ricerca, anche attraverso l’uso di piante Tea. Il ricorso alla vespa samurai, antagonista naturale dell’insetto, non ha finora prodotto risultati significativi.

“Le reti antinsetto sono una delle poche difese efficaci – aggiunge Fabio Mantovani, presidente di Coldiretti Mantova – ma non bastano. Già a fine luglio avevamo segnalato l’invasione, che ora è confermata anche dalle sedi Coldiretti di Emilia-Romagna e Veneto.”

Sperimentazioni in corso, ma serve coordinamento

Gli agricoltori stanno testando soluzioni alternative, come trappole e polveri di roccia, ma Coldiretti sottolinea la necessità di un coordinamento pubblico: “Non si può lasciare tutto sulle spalle delle aziende agricole,” ribadisce Morselli.

Mercato in crisi e rischio estirpi

Le conseguenze economiche sono pesanti: “Le pere danneggiate dalla cimice vengono destinate alla trasformazione industriale, con un crollo del prezzo da 1 euro al chilo a 30-40 centesimi. Per alcune varietà, la forbice è ancora più ampia,” spiega Morselli. “C’è il rischio concreto di un ritorno agli estirpi, come già accaduto in passato con le gelate e altri insetti invasivi.”

Un patrimonio da difendere

La pericoltura mantovana conta 410 ettari e un marchio Igp che ne certifica la qualità e il legame con il territorio. Coldiretti chiede misure pubbliche per sostenere il settore: dalla ricerca alla logistica, passando per incentivi di mercato e sostegno all’export.

Verso lo stato di calamità?

Infine, Coldiretti Mantova invita a un monitoraggio costante della diffusione della cimice asiatica, che potrebbe presto colpire anche soia e mais. Se il quadro dovesse aggravarsi, si potrebbe aprire la strada a una richiesta di risarcimento per calamità naturali.