Coldiretti al vertice sulla legge di bilancio 2026: “Agricoltura protagonista della crescita”

Coldiretti, con il presidente Ettore Prandini, ha preso parte oggi al vertice con la delegazione governativa per la presentazione della legge di bilancio 2026, portando al tavolo le istanze del mondo agricolo e agroalimentare.

Prandini ha espresso apprezzamento per le politiche di bilancio adottate negli ultimi anni, riconoscendo i risultati ottenuti in termini di tenuta dei conti pubblici, ma ha anche sottolineato la necessità di nuovi strumenti per sostenere le filiere in difficoltà, i territori più fragili e le imprese colpite dai cambiamenti climatici e dalle crisi aziendali.

«Il settore agricolo non si aspetta una manovra che ostacoli la crescita – ha dichiarato Prandini – ma piuttosto un intervento che ne valorizzi il contributo strategico all’economia nazionale».

Tra le priorità indicate, Coldiretti ha ribadito l’urgenza di rafforzare le politiche di internazionalizzazione, per promuovere le filiere del Made in Italy agroalimentare. Prandini ha chiesto un potenziamento del ruolo dell’ICE e delle agenzie di promozione, con nuove risorse per investimenti mirati sia al consolidamento dei mercati esistenti, sia all’espansione verso quelli emergenti

In merito alla riduzione dell’IRPEF per i redditi fino a 50.000 euro, Coldiretti ha chiesto la conferma dell’esonero fiscale per i redditi agrari e dominicali dei coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. «È fondamentale introdurre forme di detassazione del lavoro agricolo – ha sottolineato Prandini – per dare un segnale concreto in busta paga, soprattutto ai giovani che scelgono questo settore».

Coldiretti ha inoltre chiesto la proroga e il rafforzamento del credito d’imposta 4.0, e l’ampliamento della platea delle imprese agricole energivore, per contenere l’impatto dei costi energetici e favorire l’innovazione.

Tra le proposte avanzate, anche l’estensione al settore brassicolo delle norme su enoturismo e oleoturismo, e la stabilizzazione del lavoro occasionale in agricoltura, dopo i buoni risultati della fase sperimentale.

Infine, Prandini ha lanciato una proposta rivolta ai giovani: trasferire direttamente in busta paga l’importo dei contributi previdenziali nei primi cinque anni di impiego. «Una misura che aumenterebbe la liquidità disponibile, favorendo la spesa, gli investimenti personali e la scelta di formare una famiglia. Ma tutto questo – ha concluso – deve partire da una condizione imprescindibile: il riconoscimento del giusto valore economico al lavoro dei nostri giovani».