Con Mantova nel cuore, Beppe Carletti: “quegli anni tra il Conservatorio e il negozio di Giovanelli”

GONZAGA – Gli studenti delle classi 3A, 3B, 3C e 3D della scuola secondaria di primo grado “B. Croce” dell’Istituto Comprensivo di Gonzaga-Pegognaga hanno dedicato una mattinata speciale all’incontro con Beppe Carletti, tastierista dei Nomadi. La scuola, che offre un indirizzo musicale, vede molti studenti impegnati nell’apprendimento di strumenti come chitarra, basso, clarinetto, flauto traverso, violino, violoncello, tastiera elettrica e pianoforte. L’idea di invitare un musicista di rilievo è nata dalla professoressa di musica Cristina Garrò, in collaborazione con altri docenti e la dirigenza scolastica. Grazie al supporto del maestro Renato Giorgi, è stato possibile organizzare l’incontro con Beppe Carletti, ospitato nell’auditorium della scuola.

Carletti ha raccontato come, all’età di nove anni, tamburellava con le dita su qualsiasi superficie, spingendo i genitori a fargli prendere lezioni di musica. “In un primo momento,” ha detto Carletti, “ero affascinato dagli ottoni della banda del paese, ma non erano quelli però gli strumenti che mi piacevano. Vista la mia grande passione, i miei genitori mi permisero di prendere lezioni private da un maestro di musica. Fu un sacrificio per loro, perché all’epoca ogni lezione costava 250 lire, pari a 2.000 lire al mese. Ancora oggi li ringrazio, perché ho potuto vivere di musica, cosa che auguro anche a tutti voi ragazzi.”

Ha proseguito raccontando come, durante le lezioni di solfeggio, i suoi amici lo prendevano in giro. “Ho frequentato fino alla terza media; avendo un fratello, i miei non potevano permettersi di mandare entrambi a scuola. Così ho iniziato a lavorare in una fabbrica, per poi diplomarmi in solfeggio più tardi al Conservatorio di Mantova. Bisogna credere in ciò che si fa, coltivare le proprie passioni, anche se il successo non arriva subito. Io non l’ho mai cercato. I giovani oggi non contano per sé stessi, ma per sfondare nel mondo dello spettacolo. Voi avete una bellissima età che vi permette di scegliere il vostro futuro. Per me la musica è stata una scuola e penso si provi gioia a suonare da soli; è un modo di esprimersi incredibile.”

Carletti ha poi sfatato il mito secondo il quale alcuni cantanti troverebbero ispirazione assumendo sostanze psicotrope. “Io non ho mai avuto bisogno di fumare droga. Nessuno del mio gruppo. Abbiamo sempre usato la testa e la fantasia. Non c’è bisogno di drogarsi per avere successo.” Il tastierista dei Nomadi ha parlato del suo rapporto di amicizia con Augusto Daolio ricordando la sua grande sensibilità per l’arte. “I Nomadi non sono solo concerti e musica ma anche solidarietà attraverso progetti per sostenere ospedali, missioni in Cambogia e in Madagascar, oltre ad iniziative di beneficenza anche grazie ai nostri Fan Club sparsi in Italia e oltre”

Gli studenti hanno quindi posto domande su come siano nati capolavori come “Gli aironi neri”, “Il pilota di Hiroshima” e “I ragazzi dell’Olivo”. In particolare, riguardo al successo di “Io vagabondo”, Carletti ha spiegato: “Il brano ci fu proposto da Alberto Salerno e a noi piacque molto. All’epoca, la Rai programmava ‘Un Disco per l’Estate’. Andammo dal nostro produttore discografico per dirgli che avremmo presentato ‘Io vagabondo’. Questa canzone la suonammo fino agli anni ’80, poi per un po’ non la inserimmo nei nostri concerti perché non ci venne più richiesta. Qualche anno dopo, Fiorello andò in TV col suo ‘Karaoke’ e da allora ‘Io vagabondo’ è tuttora una delle cinque canzoni più cantate in Italia.”

Carletti ha inoltre ricordato il suo legame con Mantova per motivi di carriera: “Prendevo il treno a Rolo per venire a Mantova, dove mi recavo in via Accademia nel negozio di strumenti musicali di Giovanelli. Inoltre, presso un bar di cui non ricordo il nome, ogni giovedì si davano appuntamento vari gruppi musicali per incontrare impresari e ottenere qualche contratto d’ingaggio.”
Al termine dell’incontro, Beppe Carletti ha distribuito alcune cartoline dei Nomadi da lui stesso autografate.