MANTOVA – Nell’ambito degli eventi programmati all’interno della stagione culturale 2024 di Fondazione Palazzo Te “Il labirinto delle metamorfosi”, domenica 14 luglio si terrà a Palazzo Te la performance di restituzione finale della residenza artistica di teatro-danza sul tema della metamorfosi a cura della coreografa Sisina Augusta e della drammaturga Elisa Lolli.
Che cosa significa trasformarsi? Fino a che punto la forma può mutare, senza che muti anche la sostanza? Il lavoro di ricerca per la creazione del workshop che ha dato vita alla performance Da Orfeo a Gregor. Passaggi di Forma nasce da questi due interrogativi ed è diventato, passo dopo passo, un viaggio profondo e avventuroso attraverso i misteri dell’Essere e dell’Apparire. Come in ogni progetto di Sisina Augusta, il primo stimolo è arrivato dalla letteratura, in questo caso da due grandissimi autori: Ovidio, il classico, e Kafka, il moderno. Le due storie di mutamento che hanno ispirato il progetto sono quelle di Orfeo ed Euridice e di Gregor, protagonista de La metamorfosi: attraverso quattro parole chiave che si è approdati a nuove visioni, a un nuovo modo di sentirsi in relazione al tempo, allo spazio, agli altri.
Musica. La musica si trasforma e ci trasforma. Orfeo con il suo strumento incanta e trasforma chi incontra lungo la sua discesa agli Inferi per ritrovare Euridice; l’umanità di Gregor si risveglia ascoltando il suono del violino della sorella.
Perdita. Ogni trasformazione è prima di tutto perdita, rinuncia, sostituzione. Gregor è privato dei suoi mobili e a poco a poco dei suoi affetti; Orfeo è privato dell’amore attraverso un incidente (il serpente che morde Euridice).
Solitudine. Cambiare forma significa cambiare habitat e cambiare le relazioni con le persone che fanno parte della propria vita. Il primo prezzo da pagare è la solitudine, che può essere transitoria, qualora poi si trovi una propria dimensione anche nella nuova identità; oppure definitiva, quando il cambiamento della propria identità si traduce in disorientamento e sradicamento. Orfeo resta solo, ricacciato alla luce; Gregor finisce prigioniero della propria stanza.
Relazione. Ogni metamorfosi ha bisogno di uno sguardo che la riconosca, che la certifichi. Il primo momento di ogni trasformazione viene sancito proprio da un mancato riconoscimento da parte di uno spettatore (finanche lo stesso soggetto che si guarda allo specchio), la cui reazione è la prima prova tangibile dell’avvenuta transizione. Ed è sempre la relazione il luogo dell’accoglienza e dell’accettazione della nuova identità, la terra di confine tra il fuori e il dentro, tra la forma e la sostanza. E la relazione per eccellenza è l’Amore. Può sopravvivere l’Amore a un urto così violento, come quello prodotto dal cambiamento di forma? L’Amore accoglie o giudica? Sa mutare a sua volta, se la vita lo richiede? O la condanna di una metamorfosi è inevitabilmente l’abbandono?
Ingresso gratuito con Supercard Cultura o biglietto del Museo.