SABBIONI (VIADANA) – Da un’importante carriera accademica e nelle istituzioni finanziarie londinesi ai vigneti della campagna viadanese: un percorso inusuale, ma coraggioso e vincente, quello di Tiziano Bellini, che ha realizzato il proprio sogno.
Laureato alla Bicocca di Milano, dopo anni trascorsi nella gestione dei rischi bancari per istituzioni come HSBC e Barclays e nell’insegnamento universitario in prestigiosi atenei britannici (ha insegnato statistica alla London School of Economics e in Italia all’università di Bologna e Parma), ha scelto di tornare alle proprie radici per dedicarsi alla produzione di vini artigianali. Il risultato? Tra il 2016 e il 2017 ha fondato una cantina, la Tiziano Bellini Wine, che ha saputo conquistare in breve tempo il favore di appassionati ed esperti del settore.
Il progetto prende vita a Sabbioni, frazione di Viadana. Un territorio con una tradizione vitivinicola secolare, che Bellini ha voluto valorizzare con un approccio innovativo. Insieme alla sorella Patrizia, ha dato vita a un’azienda che sfida le convenzioni, combinando ricerca scientifica, artigianalità e una filosofia di produzione incentrata sulla sostenibilità.
Al centro i principi di agricoltura circolare, con l’obiettivo di preservare la biodiversità e ridurre al minimo gli sprechi. I vigneti sorgono su terreni formati nei secoli dalle esondazioni del Po, caratterizzati da suoli argillosi con una componente calcarea superficiale. Condizioni ideali per la coltivazione di vitigni autoctoni come Ancellotta e Grappello Ruberti, affiancati da Pinot Nero e Pinot Chardonnay, scelti per la loro capacità di sfidare le aspettative tradizionali.
Le tecniche di vinificazione seguono una visione che unisce passato e futuro. In cantina, si sperimentano fermentazioni con lieviti indigeni e processi artigianali rivisitati, mentre l’affinamento è oggetto di continua ricerca. Interessante anche la scelta di marketing nel decidere i nomi per i vini: le bollicine sono dedicate alle località della zona, con etichette come “Paion”, “Samatè”, “Bacen” e “Turdoi”, mentre i vini fermi portano i nomi dei membri della famiglia, a testimonianza di un forte legame con le proprie origini.
Il progetto ha già attirato l’attenzione di ristoranti di prestigio in Italia e all’estero, con esportazioni in Spagna, Regno Unito e Canada. Nonostante il naturale scetticismo iniziale, il lavoro di Bellini ha saputo dimostrare il valore di un approccio fuori dagli schemi.