MANTOVA – Per ora spesi oltre 10 milioni di euro, ma i progetti non sono finiti. Stiamo parlando dei cantieri a Palazzo Ducale alcuni in via di conclusione, alcuni che devono ancora prendere il via.
“Tra quelli conclusi possiamo sicuramente citare il restauro delle carceri dei Martiri di Belfiore nel Castello di San Giorgio, spiega Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale – il cantiere è concluso, ma per la riapertura dobbiamo aspettare la conclusione dei lavori di consolidamento del Castello stesso che dovrebbero concludersi entro l’anno, o massimo a inizio 2026″.
A buon punto e aperto entro fine anno un nuovo itinerario “Apriremo un percorso che permetterà di arrivare ai camminamenti di ronda della torre sud est del Castello – prosegue L’Occaso – dai quali si potrà ammirare una straordinaria vista sulla città da un lato e sui laghi dall’altro”.
Ancora in corso anche se sta andando via più spedito il cantiere dell’Armeria, la cui apertura è però subordinata ad un altro lotto di lavori.
Entro l’inizio del 2026 sarà completato il restauro e consolidamento dell‘Appartamento Grande di Castello e dello Scalone di Enea, mentre a fine anno saranno terminati anche i lavori nel Giardino dei Semplici.
“Ci sono anche altri progetti come il completamento dei lavori su Palazzo del Capitano, e il Casino delle Guardie Nobili che somma ben 4 cantieri, uno in fase di conclusione, uno ben avviato e due che devono partire – prosegue L’Occaso – per questo posso confermare per il 2027 l’apertura del Museo del ‘900″.
Da chi arriva poi dal ponte di San Giorgio, impossibile non notare il cantiere della facciata della Cavallerizza con le due diverse cromie che tanto fa discutere sia l’opinione pubblica che gli esperti.
“La facciata la teniamo così – precisa L’Occaso – è previsto in futuro un video mapping per suggerire com’era il prospetto della facciata con affreschi e policromia, è già stata fatta una mappatura di incisioni e tracce e abbiamo fonti iconografiche che spiegano le policromie delle facciate di inizio ‘600. Credo che in questo caso il restauro più corretto sia quello virtuale suggerendo l’aspetto attraverso una proiezione”.
Il riempire tutte le lacune anche dove si vedono i mattoni avrebbe creato una facciata intonacata, neutra, piatta e compatta con un effetto “troppo pesante”.
“L’effetto sarebbe stato quello di un casermone intonacato facendoci perdere le policromie e decorazioni che davano movimento – conclude L’Occaso – abbiamo fatto d’accordo con la Soprintendenza il restauro più cauto, se alla fine subentrassero altre considerazioni ad aggiungere si fa sempre in tempo”.