Emozione e commozione ai funerali di Renzo Dall’Ara. Tanti i giornalisti che si sono stretti intorno alla famiglia

MANTOVA – C’erano i compagni di lavoro di lunghi anni, quei giornalisti e fotografi con cui aveva diviso tante avventure professionali alla Gazzetta di Mantova, e c’erano tanti  giornalisti di oggi, della Gazzetta e non solo, a cui aveva insegnato il mestiere.
Tutti stretti intorno alla famiglia di Renzo Dall’Ara nel giorno del suo funerale celebrato oggi pomeriggio nella chiesa di San Barnaba dal parroco don Riccardo Gobbi.
In chiesa c’erano poi alcuni degli amici più cari come il professor Rodolfo Signorini, compagno anche delle avventure goliardiche all’Ugm, che al termine della celebrazione, su invito di alcuni presenti, ha ricordato Renzo con un saluto carico di emozione e commozione.
Durante l’omelia don Riccardo ha ricordato Renzo partendo da due parole che lo hanno contraddistinto – la parola che lui trasformava negli scritti del suo lavoro – e – la memoria – e che sono tra quelle cardini anche nella Bibbia.
“Alla parola – ha detto don Riccardo sono legati molteplici passi della Bibbia, ad iniziare da quelli della Creazione mentre la memoria ha una carica ben più forte rispetto al semplice ricordo di un evento passato. È in realtà un farlo rivivere, farlo diventare attuale”.
Al termine del funerale, Renzo Dall’Ara è stato sepolto al cimitero di Borgo Angeli nella tomba di famiglia della moglie, Teresa Soregotti, scomparsa quasi sei anni fa.

 

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