MANTOVA – Mantova al 21° posto a livello nazionale tra le province italiane che esportano di più. Il territorio virgiliano si piazza nella parte nobile della classifica, facendo segnare anche un discreto tasso di crescita per il 2024 (+1,6%), rispetto al 2023, in un contesto nazionale nel quale si è registrata, invece, una lieve flessione pari allo 0,4%. Un’economia così legata alle esportazioni può significare ovviamente maggiori rischi alla luce dei dazi annunciati da Trump nei confronti dei prodotti dell’Unione Europea, soprattutto per una provincia come quella mantovana con un settore agroalimentare fortissimo e con prodotti su cui l’export incide tantissimo, come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e vino. Ma andiamo con ordine.
EXPORT ITALIANO IN LIEVE FLESSIONE NEL 2024, MA +30% RISPETTO AL PRE-COVID
Nel 2024 le vendite italiane all’estero hanno toccato i 623,5 miliardi di euro, a 2,4 miliardi in meno (-0,4%) rispetto al 2023. Tuttavia, nel confronto con il 2019, anno pre-Covid, l’export è cresciuto di 143 miliardi (+30%). La regione leader rimane la Lombardia con 163,9 miliardi di vendite all’estero, seguono Emilia Romagna con 83,6 e Veneto con 80,1. Lo rileva un’analisi realizzata dall’ufficio studi della Cgia.
La Toscana è quarta in classifica, grazie in particolare ai medicinali e alla lavorazione di gioielli e pietre preziose: con 63 miliardi di export ha superato il Piemonte (regione che sconta la grave crisi dell’automotive) e rispetto al 2023, nel 2024 ha visto aumentare il valore delle esportazioni di 7,5 miliardi (+13,6%).
MANTOVA 21ESIMA, IN CRESCITA DELL’1,6%. LE ESPORTAZIONI VIRGILIANE VALGONO 7,75 MILIARDI DI EURO
Milano è la provincia d’Italia che esporta di più, con 57,9 miliardi registrati nel 2024; seguono Torino (25,7) e Firenze (24,5) che grazie alla vendita all’estero dei medicinali/preparati farmaceutici è balzata al terzo posto a livello nazionale. Subito fuori dal podio scorgiamo Vicenza con 22,7 miliardi, Bergamo con 20,6 e Brescia con 20,1. E Mantova? La nostra provincia è tra le principali esportatrici, con un lusinghiero 21esimo posto e in espansione, con un balzo in avanti di 121,4 milioni di euro nell’ultimo anno. Complessivamente le esportazioni virgiliane valgono 7,758 miliardi di euro, +1,6% sull’anno precedente, l’1,2% delle esportazioni totali nazionali.
La voce merceologica più venduta al mondo è costituita da medicinali e farmaci. Nel 2024 il valore economico ha cubato quasi 50,8 miliardi di euro (+10,3% rispetto al 2023).
Seguono le altre macchine di impiego generale (forni, bruciatori, macchine e apparecchi di sollevamento/movimentazione, etc.) con 34 miliardi (+2%), le macchine di impiego generale (motori, turbine, compressori, altre pompe, etc.) con 29 miliardi (+0,1%), le altre macchine per impieghi speciali (per la metallurgia, l’industria alimentare, per lavanderie, il Tac, etc.) con 24 miliardi (-3%) e gli autoveicoli con 23,8 miliardi (-16,7%).
Tra le primissime posizioni segnaliamo lo score ottenuto dalla gioielleria e lavorazione pietre preziose che nel 2024 ha raggiunto i 15,9 miliardi di export (+38,9% rispetto al 2023).
I DAZI USA POTREBBERO PENALIZZARE MAGGIORMENTE IL MEZZOGIORNO
In Italia l’introduzione dei dazi voluta dall’amministrazione Trump potrebbe penalizzare, in particolare, le esportazioni del Mezzogiorno. Lo rileva un’analisi realizzata dall’ufficio studi della Cgia secondo la quale gli effetti negativi potrebbero abbattersi maggiormente sui territori dove la dimensione economica dell’export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici. Le regioni più a rischio? Sardegna, Molise e Sicilia.
La regione che a livello nazionale presenta l’indice di diversificazione peggiore è la Sardegna (95,6%), dove domina l’export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise (86,9%), caratterizzato da un peso particolarmente elevato della vendita dei prodotti chimici/materie plastiche e gomma, autoveicoli e prodotti da forno, e la Sicilia (85%), che presenta una forte vocazione nella raffinazione dei prodotti petroliferi. Tra le realtà territoriali del Mezzogiorno, solo la Puglia presenta un livello di diversificazione elevato (49,8%). Un dato che la colloca al terzo posto a livello nazionale tra le regioni potenzialmente meno a rischio da un’eventuale estensione dei dazi ad altri prodotti merceologici.
Ad eccezione della Puglia, le aree geografiche teoricamente meno in pericolo sono tutte del Nord. La Lombardia (con un indice del 43%) è ipoteticamente la meno a rischio. Seguono Veneto (46,8%), Puglia (49,8), Trentino Alto Adige (51,1), Emilia Romagna (53,9) e Piemonte (54,8).
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