PORTO MANTOVANO – Si fingevano carabinieri in servizio, contattavano le vittime e le convincevano a trasferire i risparmi su conti correnti “sicuri”. Un inganno tanto cinico quanto raffinato, che ha preso di mira la fiducia dei cittadini verso le istituzioni. A smascherare i responsabili sono stati i Carabinieri della Stazione di Porto Mantovano, al termine di un’articolata indagine che ha incrociato dati bancari, tracciamenti telefonici e analisi documentali.
Tre persone, un 23enne catanese, un 41enne della provincia di Salerno e una 20enne napoletana sono finite sotto indagine con l’accusa di truffa aggravata in concorso, sostituzione di persona e uso di atto falso. Per loro è scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Mantova.
I FATTI
Il raggiro nasce lo scorso luglio, quando un cittadino mantovano, in cerca di un’assicurazione economica per il proprio motociclo, si imbatte in un sito che riproduce loghi e interfacce di una nota compagnia. Convinto della serietà dell’offerta, inserisce i dati personali e versa oltre seicento euro con un bonifico istantaneo. Solo dopo scopre che la compagnia non aveva nulla a che vedere con quel portale: era tutta una truffa.
Nei giorni successivi arriva il secondo colpo. La vittima riceve una telefonata da un numero che, sul display, appare come quello reale di una caserma dei Carabinieri. La voce dall’altro capo si presenta come un militare di Mantova: con tono autorevole lo informa che i criminali sono pronti a sottrarre altri soldi dal suo conto e che serve un intervento immediato e riservato. La soluzione proposta è semplice quanto ingannevole: trasferire tutti i risparmi su un “conto protetto”, che sarebbe stato gestito in sicurezza fino alla fine delle indagini.
La messa in scena è credibile, anche grazie a riferimenti precisi alla prima truffa e all’apparente serietà di un’“operazione sotto copertura”. Così l’uomo, convinto di collaborare con le forze dell’ordine, effettua un bonifico da oltre seimila euro. Solo quando chiama la vera caserma di Mantova per un riscontro si accorge dell’inganno.
LE INDAGINI
Attraverso l’analisi dei flussi bancari e la verifica di utenze telefoniche spesso mascherate con tecniche di “spoofing”, i Carabinieri di Porto Mantovano sono riusciti a risalire ai tre presunti responsabili.
Secondo gli investigatori, l’organizzazione aveva costruito un vero e proprio copione, basato non solo sul furto di denaro ma sulla manipolazione psicologica. Spacciandosi per servitori dello Stato, i truffatori trasformavano le vittime in inconsapevoli complici, portandole ad agire come se stessero obbedendo a ordini legittimi. Una strategia definita dagli inquirenti tra le più insidiose e pericolose, perché mina il patrimonio delle famiglie e la fiducia nelle istituzioni.
L’APPELLO AI CITTADINI
Il Comando provinciale di Mantova, cogliendo l’occasione, ha ribadito un messaggio chiaro: nessun carabiniere o appartenente alle forze dell’ordine chiede trasferimenti di denaro su conti correnti protetti. In caso di telefonate sospette è fondamentale interrompere subito la conversazione e contattare direttamente la caserma o il numero di emergenza 112.