Falsificazione ideologica, dietrofront della minoranza: “necessario ritrovare la serenità”

PEGOGNAGA – Sulla tensione politica creatasi in seguito all’accusa di “falsificazione ideologica” scritta nella propria interpellanza letta e discussa nella seduta consiliare di marzo indirizzata al sindaco Matteo Zilocchi, il quale a sua volta ha dato incarico al proprio avvocato di adire le vie legali, l’attesa che la questione si componga a breve termine è da tutti auspicata.

A tale proposito Teresa Morbio, consigliera di minoranza RiAttiviamo Pego che in Consiglio comunale ha letto ad alta voce l’interpellanza torna sull’argomento assai dispiaciuta dell’accaduto, così esprimendosi: «In merito alla volontà del Sindaco d’inoltrare denuncia in seguito a una domanda emersa nell’interpellanza sulla Rsa noi pensiamo che l’interpellanza stessa abbia nei restanti quesiti la sua validità per la quale le risposte non sono state esaurienti». A tale proposito il capogruppo Viola Messori aveva affermato: «Siamo parzialmente soddisfatti della sua replica. Ci dispiace aver in qualche modo urtato la sua figura e la sua sensibilità con la nostra interpellanza, che per definizione è una domanda scritta sulla condotta della giunta».

Prosegue ora Morbio: «Siamo anche consci del fatto che quel particolare punto non sia stato dipanato in maniera esaustiva e si presti a interpretazioni che possono creare dubbi e perplessità. Non era nostra intenzione e nemmeno il nostro pensiero pensare potesse in alcun modo suscitare irritazione o malumori. Crediamo che nel paese debba comunque prevalere il buonsenso, quello stesso che è stato messo a dura prova in tutti questi mesi. Il solo pensare che si debba adire a vie legali urta quell’idea di paese e di comunità che invece dovrebbe sempre essere la bandiera da seguire. Per questi motivi il gruppo di minoranza RiAttiviamo Pego ha inoltrato a protocollo il comunicato: “L’interpellanza sulla Rsa che abbiamo presentato è stata una risposta al post del Sindaco che ha utilizzato pubblicamente un documento, inviato allo stesso “informalmente in stato di bozza” e quindi non ufficiale. Non quindi un documento definitivo, come sembrava dal post in oggetto, tanto è vero che a nostra richiesta di averne copia ci è stato riferito dagli uffici comunali di non averla in carico”.

“Ci rendiamo conto che l’ultima parte dell’interpellanza apre a fraintendimenti e interpretazioni equivoche – conclude Morbio – alle quali non volevamo arrivare. A questo punto perseverare non giova alla serenità del nostra comunità e al vivere politico in generale. Il clima che si è instaurato in paese è incompatibile con lo spirito di serenità e coesione che dovrebbe animare ogni comunità civile, condizione necessaria e indispensabile per instaurare rapporti franchi e corretti, pur con differenti identità di vedute. Non abbiamo timore quindi a porgere le scuse per quel passo dell’interpellanza che reca termini obiettivamente impropri; senza che ciò significhi riconoscere di avere tenuto una condotta penalmente rilevante. Le istituzioni servono per dialogare e mettere in risalto criticità e problemi. Auspichiamo che il dibattito politico non venga spostato in sedi differenti da quelle deputate, fomentando in tal modo tifoserie l’una contro l’altra schierate che non servono a un clima di comunità. Augurandoci per il futuro una collaborazione più fattiva e rispettosa da parte di entrambi”.

Riccardo Lonardi