La Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce una complessa frode ai danni dell’Unione Europea, che ha coinvolto 48 imprenditori agricoli, tra cui un 55enne dell’Alto Mantovano, e ha condotto all’emissione di un decreto di sequestro preventivo per oltre 17 milioni di euro, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Padova.
L’indagine, condotta tra il 2021 e il 2025, ha permesso di deferire alla Procura Europea di Venezia i soggetti coinvolti per associazione a delinquere e truffa aggravata, in relazione all’indebita percezione di oltre 20 milioni di euro provenienti dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (F.E.A.GA.) tra il 2017 e il 2022.
Le attività investigative, condotte in collaborazione con diversi reparti della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri, hanno interessato imprenditori domiciliati in Veneto (Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza) e in altre province italiane, tra cui anche l’area dell’Alto Mantovano, insieme a Brescia, Ascoli Piceno, L’Aquila, Macerata, Perugia, Teramo, Rieti e Torino.
Due le principali condotte fraudolente accertate:
- Il frazionamento artificioso di un’azienda agricola padovana in dodici imprese “di comodo” dislocate in varie regioni, per aggirare il tetto massimo di 500.000 euro annui previsto dalla Politica Agricola Comune (PAC).
- L’elusione del divieto di pascolamento da parte di terzi, in vigore dal 2015, che ha permesso a soggetti compiacenti di incassare contributi senza svolgere alcuna attività agricola reale.
Numerosi imprenditori del Nord Italia si rivolgevano ai promotori della frode per ottenere formalmente terreni, bestiame e servizi, così da simulare i requisiti necessari per accedere ai fondi europei. In realtà, le attività venivano svolte dai due ideatori padovani, che incassavano canoni di locazione a prezzi fuori mercato. All’imprenditore mantovano indagato, titolare di un’azienda nel Veronese, era stato riconosciuto un contributo di oltre 600 mila euro.
Oltre al sequestro di 17,2 milioni di euro, è stato disposto un ulteriore blocco di titoli di pagamento per circa 4 milioni di euro, notificato all’ente AG.E.A. Gli imprenditori coinvolti sono stati segnalati alla Procura Regionale della Corte dei Conti del Veneto per un danno erariale complessivo di 32,1 milioni di euro.
L’operazione ha permesso di recuperare risorse destinate all’agricoltura, tutelando gli operatori onesti e contrastando pratiche sleali che alterano la concorrenza e danneggiano l’intero sistema economico.