GONZAGA – “La storia di Villa Rossi, già nota come Villa Galvana, è un esempio emblematico di quanto possa essere articolato e delicato il recupero di un bene storico. Un percorso lungo e complesso, fatto di interventi urgenti, progettazioni tecniche, confronti con la Soprintendenza e strategie amministrative, che, come amministrazione comunale, abbiamo affrontato con determinazione e senso di responsabilità”.
A parlare è la sindaca Elisabetta Galeotti, che, insieme al suo staff tecnico presenta una cronistoria dei vari interventi con l’intento di rispondere alle sollecitazioni del gruppo di opposizione Gonzaga in Testa in merito al progetto di restauro e recupero di Villa Rossi.
Primo intervento: messa in sicurezza temporanea (2017-2018)
Il primo passo risale al 2017, quando si è reso necessario un intervento urgente per garantire la stabilità dell’edificio. Dopo l’affidamento dello studio di fattibilità (12 luglio) e la sua consegna (4 agosto), si è proceduto con la progettazione esecutiva (affidata il 17 aprile 2018 e consegnata il 12 maggio). I lavori sono iniziati il 16 luglio 2018 e si sono conclusi il 15 ottobre, per un importo complessivo di € 242.404,75, con una rendicontazione finale pari a € 308.759,13 (Decreto Soggetto Attuatore n. 181 del 13/11/2019).
Secondo intervento: nuova messa in sicurezza (2019-2023)
Nel 2019, si avvia una nuova fase progettuale con l’obiettivo di consolidare ulteriormente la struttura. Dopo l’affidamento della progettazione e direzione lavori (18 aprile), il progetto viene consegnato il 14 maggio 2021 e approvato il 23 giugno, con un importo di € 645.000,00, finanziato tramite Ordinanza 674 del 7 maggio 2021.
Tuttavia, la fase esecutiva incontra ostacoli significativi. Il contratto per l’affidamento dei lavori, sottoscritto il 14 luglio 2022, viene risolto il 13 aprile 2023 per gravi inadempimenti contrattuali da parte dell’appaltatore, tra cui ritardi nella documentazione, invii incompleti e continui solleciti da parte dell’ente. Parallelamente, il 26 agosto 2022 viene affidato allo Studio Berlucchi l’incarico per la redazione del Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE), ai sensi del D.Lgs. 50/2016.
Progetto di recupero e restauro (2022-2024)
Il PFTE viene consegnato il 20 maggio 2024 e approvato il 22 maggio, con un importo complessivo di € 7.311.839,97. Il progetto è corredato da indagini diagnostiche, rilievi parziali, verifiche strutturali e pareri della Soprintendenza, che ha espresso prescrizioni il 12 ottobre 2023, successivamente integrate nel progetto.
Strategia proposta per il 2024
Nel tentativo di ottimizzare le risorse residue del precedente finanziamento, il Comune ha richiesto il 20 febbraio 2024 l’autorizzazione a destinare tali fondi direttamente alla progettazione definitiva, evitando una nuova procedura di appalto per la messa in sicurezza. La proposta si fondava su valutazioni tecniche che ritenevano superfluo – e in parte dannoso – un ulteriore intervento provvisorio. Tuttavia, il 22 giugno 2024, il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ha respinto la richiesta, invitando il Comune a procedere con la messa in sicurezza, vista l’incertezza sulla prosecuzione dello stato di emergenza.
Strategia proposta per il 2025
Il 20 febbraio 2025, il Comune ha trasmesso il progetto di fattibilità tecnico-economica aggiornato, corredato dal parere della Soprintendenza, e ha richiesto la determinazione del contributo per il recupero definitivo. A supporto della richiesta, sono stati evidenziati:
- la coerenza del quadro economico con le risorse disponibili
- l’estensione dello stato di emergenza al 2025, che aveva rappresentato un ostacolo nel precedente iter
Il 21 marzo 2025, il Comitato Tecnico Scientifico ha trasmesso l’esito della valutazione, accompagnato da una convocazione per audizione, segno di un confronto ancora aperto e di una volontà condivisa di trovare una soluzione sostenibile e rispettosa del valore storico dell’immobile.
“Villa Rossi resta al centro di un progetto di tutela e valorizzazione che coinvolge enti pubblici, tecnici e istituzioni culturali – ha spiegato la sindaca Elisabetta Galeotti – Il suo recupero è un atto di cura verso il patrimonio e la memoria collettiva di Gonzaga.














