Il bilancio previsionale passa coi voti della maggioranza. Polemiche sugli emendamenti non accolti

MANTOVA – Il bilancio previsionale passa con i soli voti della maggioranza (e del consigliere Bertellini) in un consiglio comunale contraddistinto da polemiche, schermaglie e colpi di scena. Contrari i voti delle minoranze, con l’eccezione di Costani che si è astenuta. Più volte, nel corso della seduta, il presidente Allegretti si è ritrovato a dover richiamare i presenti all’ordine.

Il vicesindaco Buvoli e il sindaco Palazzi hanno presentato all’aula un bilancio che mantiene invariate tasse, tariffe e rette per i cittadini al netto del mantenimento dei servizi rispetto al 2024. Inoltre è stato annunciato lo stanziamento di 16,5 milioni di euro per welfare e istruzione, «nonostante – hanno affermato i tagli che il Governo centrale ci farà nel 2025 di 615mila euro e dal 2026 al 2029 di 650mila euro ogni anno».

Critiche Lega Nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Mantova ideale, le quali hanno replicato che gli aumenti (e gli indebitamenti) erano già avvenuti l’anno scorso. Le minoranze hanno contestato anche la dimensione del taglio da 615mila euro, «poco rispetto alla spesa corrente di 75 milioni». Vezzani del Pd ha ricordato che «il conto bisogna farlo sui soldi veramente liberi, che l’amministrazione può impiegare; in quella prospettiva, il taglio è rilevante». Palazzi, da parte sua, ha invece sottolineato che l’indebitamento è servito a fare investimenti quale quello della scuola di Borgochiesanuova, i cui lavori sono peraltro a buon punto.

Nel mezzo, le accuse del centrodestra al sindaco Palazzi – rimandate al mittente – di scorrettezza e di mancanza di rispetto nei confronti dell’aula dopo l’intervento all’inizio del consiglio con il quale spiegava che gli emendamenti presentati da Rossi sarebbero stati rigettati. A questo punto, quando è stato il momento di presentarli, Rossi ne ha ritirati tre, quelli in cui chiedeva di togliere 300mila euro alla cultura per darli a turismo, sport e giovani. “Palazzi ha anticipato che sarebbero stati bocciati i miei emendamenti – ha commentato Rossi – secondo me con un comportamento assolutamente scorretto”.

Alla fine Rossi ha mantenuto solo l’emendamento con cui proponeva la sperimentazione del Taser, ovvero la pistola elettrica da mettere nella dotazione della polizia Locale e da finanziare con 30mila da togliere sempre al capitolo della cultura. «Anche il sindacato della Polizia Locale ha chiesto il Taser per garantire più sicurezza agli agenti durante i servizi esterni» ha ricordato Rossi. La maggioranza ha bocciato l’emendamento dopo aver più volte citato le forze dell’ordine distaccate nel centro per migranti in Albania, «che servirebbero invece qui in Italia per garantire più sicurezza, ma la Meloni non ha investito sulle forze dell’ordine» ha detto Madella di Italia Viva.