“Il colore del silenzio”: l’arte di Enos Rizzi dal 27 a Palazzo Menghini

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE – “Il colore del silenzio: l’arte di un racconto intimo” è il titolo della mostra che il Comune di Castiglione delle Stiviere dedica a Enos Rizzi, artista classe 1944 nativo della località Levatello nella frazione di Gozzolina. L’inaugurazione si terrà sabato 26 ottobre alle ore 17 e l’esposizione rimarrà aperta presso Palazzo Menghini (via Cesare Battisti, 27) fino al 16 febbraio 2025, con ingresso gratuito.

Nei cinquanta lavori di Enos Rizzi in mostra, suddivisi in sei temi, si trovano i codici identificativi di un procedere che comincia dal paesaggio, quando il pittore era legato a una visione ancora naturalistica, con superfici che s’accendono grazie alla luminosità dei toni cromatici chiari, con la definizione volumetrica, realizzata per mezzo di libere stesure di tono. Negli anni giovanili il suo paesaggio era anti-classico, spontaneo e sciolto, privato della profondità prospettica e propenso a soluzioni sul crinale del naturalismo astratto. Progressivamente Enos ci accompagna al linguaggio della contemporaneità. Fu così quasi naturale che, progressivamente, il pittore accentuasse declinazioni informali, fino a raggiungere, negli anni Ottanta, un’immagine sempre più essenziale, che sfociò nell’astrazione e poi si orientò alla valorizzazione della bellezza della materia. Gli eventi lo portano, oltre la pittura, in una dimensione emozionale e immaginativa, utile ad approdare sulle rive di inedite opere di collage-scrittura.

Gli esiti di Enos, autonomi e originali, si calano in straordinari décollage, tutti di una essenzialità sorprendente. L’artista scopre e valorizza poi manifesti, carte invecchiate, accartocciate, decolorate, lacerate, strappate, incollate, ridipinte e ricombinate che non rimandano che in minima parte alle vecchie tracce figurali che pur possedevano. Non hanno solamente vecchie memorie da riproporre, non appartengono alla suggestione di Mimmo Rotella e meno che mai ai papiers collés di memoria cubista. Parlano della trasgressione dei generi codificati, a cominciare dalla pittura. Parlano della stretta relazione tra opera e oggetto di scarto che deriva da molteplici ricerche artistiche del Novecento fino ad approdare alla poesia visiva.

“Artista castiglionese di grande talento, – afferma il sindaco Enrico Volpi – figlio d’arte cresciuto tra le sculture del padre Rocco e allievo del maestro Oreste Marini, Enos ha saputo sviluppare un linguaggio estetico unico, un linguaggio che riflette sia le influenze ricevute sia la sua originale visione creativa. Le opere in mostra testimoniano la sua incessante ricerca, attraverso un percorso emozionale di sei sezioni in cui pittura e poesia si intrecciano armoniosamente. L’esposizione non è solo un’opportunità per ammirare, in una sorta di antologica, il percorso individuale di Enos, ma anche per riflettere sulla sua instancabile dedizione all’arte e sul prezioso contributo offerto alla cultura e alla vita artistica castiglionese. Il suo lungo cammino ha trovato, recentemente, un altro riconoscimento pubblico con il meritato conferimento della prestigiosa Civica Benemerenza Luigi d’Oro 2024, un traguardo che segna una tappa fondamentale nella
carriera dell’artista. L’operazione messa a punto con Enos Rizzi, autentico primo attore del Menghini, può dunque risultare rappresentativa dei molti traguardi importanti per un ente che voglia fare, davvero, cultura per il territorio. Emerge alla fine l’interessante indagine che ci porta oltre la soglia delle mura cittadine per ricercare nell’altrove l’affermazione di un legame, a volte sotteso ma sempre presente, tra tradizione e innovazione”.