Il coraggio di vivere: Porto Mantovano accende la luce sul disagio

PORTO MANTOVANO – Venerdì 12 settembre scorso, nella Chiesa Cristiana Evangelica Battista di via Monteverdi, si è rinnovato l’appuntamento con il ciclo di incontri dedicato alla prevenzione del suicidio, promosso nell’ambito della campagna “Io scelgo di Vivere”. Un’iniziativa che da sei anni rappresenta un punto di riferimento per la comunità, offrendo uno spazio di ascolto, confronto e sensibilizzazione su una delle tematiche più delicate e spesso invisibili della nostra società.

Anche quest’anno, il dibattito ha visto la partecipazione di esperti e professionisti che hanno condiviso prospettive diverse ma complementari, contribuendo a costruire una narrazione corale fatta di competenza, empatia e impegno.

Giuseppe Potenza, specialista del tema, ha aperto la serata illustrando i segnali di crisi spesso sottovalutati e gli strumenti di intervento per sostenere chi manifesta pensieri suicidari. Il dottor Giovanni Paganini, oncologo, ha portato la voce della medicina, sottolineando il ruolo delle cure palliative nel ridurre la disperazione e nel restituire dignità alla persona. L’avvocato Emanuela Lodi ha evidenziato l’importanza delle tutele giuridiche e il compito della società civile nel proteggere i più fragili. La dottoressa Daniele Lomiento, chirurgo generale dell’ospedale di Esine, ha approfondito le cause psicologiche e i sintomi premonitori, ribadendo il valore della terapia e della medicina come strumenti di prevenzione.

A chiudere l’incontro, la toccante riflessione del pastore e psicologo Evandro Coelho, dal titolo “Scelgo di Vivere”, ispirata al Salmo 18. Coelho ha ricordato che la sofferenza interiore è reale e profonda, ma non deve mai avere l’ultima parola: esiste sempre una via di speranza, ascolto e rinascita.

L’iniziativa, che ha visto la partecipazione attiva di cittadini e istituzioni, conferma ancora una volta quanto sia fondamentale un impegno condiviso per affrontare il tema del suicidio. Non solo come questione sanitaria o sociale, ma come responsabilità collettiva, che chiama in causa la comunità intera