MANTOVA – Si può dire che in occasione di Mantova-Cosenza è davvero successo di tutto, non solo in campo ma anche fuori. Se sul rettangolo di gioco le due squadre si sono date battaglia dal primo all’ultimo minuto (e non per modo di dire), con i ragazzi di Davide Possanzini che hanno avuto la meglio nei minuti di recupero sui rossoblu, il contesto offerto dallo stadio “Danilo Martelli” non è certo stato da meno, in primis grazie alla Curva Te che ha ancora una volta dato spettacolo non solo incitando i biancorossi per tutta la partita, ma anche dando vita a una coreografia mozzafiato.
Un evento da ricordare, come non se ne vedevano da 14 anni, ovvero dall’ultima volta del Mantova in Serie B. Ecco dunque le cinque cose che non dimenticheremo di questa serata a tinte biancorosse.
5 – Luci (intermittenti) al Martelli. Una delle novità introdotte con la riqualificazione dello stadio sono le luci che si accendono e spengono a comando, fornendo un effetto stroboscopico che il pubblico mantovano ha scoperto durante la lettura delle formazioni poco prima del via. Sull’onda dell’entusiasmo per il gol nel recupero del definitivo 3-2, però, l’effetto-discoteca – chiamiamolo così – è tornato in auge, ma qualcosa dev’essere andato storto se poi per almeno 5 minuti la partita è stata interrotta perché, in sostanza, le torrette erano spente e il campo era rimasto in penombra. Sugli spalti, complice anche la felicità del momento, i mantovani hanno provveduto ad accendere le torce dei cellulari, aumentando la dose di magia a una serata già di suo magica. Da effetto-discoteca a effetto-concerto, il passo è breve.
4 – I vip e l’ipno-zona. Al fascino del Mantova, si sa, è difficile resistere. Soprattutto se con quella maglia ci hai sudato per anni, nella buona e nella cattiva sorte. Ieri in tribuna al Martelli c’erano tanti ex biancorossi: Paolo Pupita nelle vesti di commentatore radiofonico, Gabriele “Ciccio” Graziani ovvero il “Duca di Mantova”, Tano Caridi che dopo aver battuto il Monza con il suo Genoa (è il vice di mister Gilardino) ha deciso di prolungare la sua permanenza in Lombardia per altre 24 ore per presentarsi in perfetto orario al “Martelli”. Ma il vip più vip tra i presenti, concedetecelo, era mister Rafa Benitez che dopo aver visionato Parma-Milan (è noto che non porti mai bene ai rossoneri) ha attraversato l’Oglio Po in diagonale e si è palesato a Mantova per studiare l’ipno-zona di Davide Possanzini. Si è invece imbattuto nel Mantova più atipico delle ultime due stagioni, per ammissione dello stesso tecnico biancorosso, che per una notte deve aver fatto suo lo slogan gattopardiano “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. E infatti tutto è rimasto come sempre: vittoria, come (ormai) d’abitudine.
3 – Un giocatore monu-Mensah-le. Non ce ne vogliano i giovani Antonio Fiori, che ha messo a referto un gol e un assist, e Davide Bragantini, che dispensa classe e gol pesanti come il piombo, né il più esperto Matteo Solini, che con quella ginocchiata ha risolto una pratica che si era maledettamente ingarbugliata, ma per noi l’mvp di ieri è Davis Mensah. Le sportellate che ha tirato fino a quando è stato sostituito, facendo dannare all’inverosimile la difesa del Cosenza e aprendo praterie sulle quali involarsi ai compagni di squadra, sono qualcosa che resterà a lungo negli occhi dei tifosi mantovani. Una decina i falli subiti, più qualcuno non fischiato, se vogliamo dirla tutta. Tanta sostanza, ma anche qualità. Chi l’avrebbe detto, due stagioni fa, che Davis avrebbe avuto un’evoluzione così spettacolare? Fondamentale.
2 – I due presidenti. Certo, il presidente è Filippo Piccoli e sta facendo cose a dir poco straordinarie da quando ha preso il controllo del timone del Mantova, e forse il bello deve ancora arrivare. Però nel cuore dei mantovani c’è sempre spazio anche per un altro presidente, Fabrizio Lori, la cui apparizione in tribuna – vestito completamente di bianco, contravvenendo alle sue abitudini, ma per seguire in modo ligio e puntuale le disposizioni della tifoseria – è sufficiente a far partire un’ovazione che probabilmente manda in confusione gli altri settori, ignari di cosa stia accadendo in tribuna centrale. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano: i tifosi, le emittenti, eccetera. Certi amori fanno giri immensi, certi altri non si spostano di una virgola nella linea spazio-temporale dei tifosi biancorossi.
1 – Banda trasversale rossa su campo bianco. Lo sapevano anche i muri che alla prima in casa del Mantova in Serie B dopo tutti questi anni di purgatorio la Curva Te avrebbe preparato una grande coreografia. Non ci aspettavamo, però, niente del genere. Nella sua grandiosa semplicità, nella sua iconicità, quella immensa banda rossa trasversale su campo bianco, a riprodurre in scala la maglia del Mantova, è entrata nella storia del “nostro” calcio. Poi, il tifo ininterrotto: nemmeno il secondo gol del Cosenza ha scalfito di una virgola l’incitamento della Te. La fortuna aiuta gli audaci, ma anche chi non si lascia tangere dagli eventi. Del resto, ne abbiamo passate di ben peggiori. Avanti Mantova!