La scomparsa di Mimmo chiude una grande pagina di storia calcistica di Pegognaga

Mimmo Grassotti quando allenava il Pegognaga

PEGOGNAGA – «E’ morto il Mimmo!». La ferale notizia s’é diffusa a Pegognaga ieri, sorprendendo soprattutto i pegognaghesi di mezz’età, sottolineando come con la scomparsa dell’86enne Giuseppe Grassotti, presso la Rsa Pietro Sissa di Moglia, si chiuda una grande pagina di storia calcistica del paese. Mimmo, diminutivo affibbiatogli dalla stessa sua mamma, ha vissuto praticamente l’intera vita affascinato dal gioco del calcio. Al quale s’è totalmente dedicato, facendo l’intero percorso che il mondo del pallone offre, da promessa quando era ancora bambino, ad atleta di livello, a calciatore richiesto da compagini molto seguite, a dirigente, a procuratore.
Come tutti i ragazzi di Pegognaga Grassotti ha dato i primi calci sul campetto dell’oratorio parrocchiale, distinguendosi tra i coetanei per abilità atletica, tecnica ed intuito tattico. Negli anni Cinquanta Sante Galli, altro abile ex calciatore, all’epoca allenatore dell’A.S. Pegognaghese lo inserì subito in prima squadra, come terzino capace di disorientare gli attaccanti avversari. La compagine, con l’apporto di Mimmo ottenne incoraggianti risultati. Le doti del ragazzo non passano inosservate ad altre società. Tra queste il Guastalla, militante in IVa serie, lo cooptò, trasformandolo in esterno destro capace di percorrere in velocità col pallone tra i piedi l’intero campo e offrire l’assist opportuno agli attaccanti. Da Guastalla alla Sicilia. Dove Mimmo indossò la maglia del Caltagirone militante in C. Per un ragazzo proveniente da un paese agricolo del Nord è un successo straordinario. Ma si tratta di una scelta contrastata da genitori e suoceri, convinti che non sia la strada giusta per mantenere non solo la famiglia che nel frattempo si è fatta, ma anche soltanto per mantenere se stesso l’intera vita. Mimmo non molla. Dal Caltagirone passa al Ragusa, quindi al Vittoria, compagine di Serie C 2. Rendendosi conto della parabola della vita, Grassotti comincia a frequentare il corso allenatori a Coverciano. E da allenatore torna nel Guastalla. Nel frattempo Enzo Borghi patron della Polisportiva Pegognaga lo vuole come coach della compagine rossoblù, che Mimmo dalla Ia categoria porta in Promozione imprimendo alla di Borghi quell’atmosfera di grandi imprese. Poi il Carpi militante in C, offre al Mimmo la responsabilità del settore giovanile. Dalla città industriale modenese Mimmo vola di nuovo in Sicilia a Palermo, pure militante in C, come allenatore in seconda. Poi Grassotti passa nel settore giovanile dell’Inter, portandolo a vincere titoli nazionali ed internazionali, primo allenatore ad applicare il modulo di “gioco a zona”, ottenendo una targa come “Allenatore infaticabile ed innovativo”. Colpito dalla scomparsa della moglie Rosa, Mimmo torna a Pegognaga per allenare il Suzzara. Da qui passa a Piacenza quale osservatore di talenti per la prima squadra. Mimmo è stato altresì selezionatore-allenatore della compagine Allievi della Lombardia. «Ai ragazzi d’oggi – ha dichiarato anni fa Grassotti – manca l’esperienza dell’oratorio parrocchiale, dove noi siamo cresciuti liberi da qualsiasi condizionamento tattico», indicando quindi come ha da nascere un campione.

Riccardo Lonardi