MANTOVA – Venerdì 8 novembre a Mantova ritorna, dopo un’assenza durata alcuni anni, la grande opera lirica. Sul palco del Teatro Sociale cittadino verrà messa in scena la Madama Butterfly di Giacomo Puccini, prodotta da Imarts e Fondazione Artioli, con 90 artisti tra solisti e musicisti. Tra questi la soprano Daria Masiero, una delle voci più amate e importanti dell’opera lirica mondiale. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per chiederle di più rispetto all’opera e alla sua interpretazione che a giorni anche il pubblico mantovano potrà finalmente apprezzare.
Nei giorni scorsi è andata in scena la “prima” della tournée nei teatri della Madama Butterfly. Com’è andata?
Esatto, al Teatro Sociale di Rho. E’ stato un grandissimo successo, tra l’altro si è trattato della prima opera lirica in quella nuova sede, che di fatto rappresenta il secondo teatro d’opera di Milano dopo la Scala. Il pubblico ha apprezzato moltissimo l’allestimento e, credo di poterlo dire, la mia performance. Siamo molto contenti. La prossima tappa è Mantova.
Che rapporto ha con la Madama Butterfly?
Ho la fortuna di fare questo lavoro da 25 anni e in questo lasso di tempo la Butterfly l’ho già cantata diverse volte, saranno almeno sette od otto volte che la interpreto. Ritengo che sia un’opera congeniale per mia vocalità e per la mia personalità e le sono molto affezionata. Inoltre, emotivamente, è legata a un momento importantissimo della mia vita, ovvero alla nascita di mio figlio che oggi ha 3 anni: ho cantato quest’opera mentre nasceva. Da allora è la prima volta che la ripropongo sul palco. Come si capisce, la sento moltissimo.
Più in generale, Lei è “specializzata” nei ruoli femminili di Puccini…
Sì è vero, sono molto legata alle opere di Puccini. Ho cantato tantissimo anche Verdi e Mozart, però la mia voce è particolarmente legata a Puccini. La pasta, il colore della voce, l’emissione della voce si sposano perfettamente con il mondo di Puccini, il modo di cantare delle sue opere.
Ritorniamo al ruolo di Madama Butterfly: quali sono le particolarità?
Il ruolo di Butterfly è complesso, ci vogliono tre soprani per cantare questo ruolo, il primo atto ha bisogno di essere cantato come un soprano lirico leggero, il secondo atto (fino alla metà) l’approccio è da soprano lirico, poi fino alla fine del terzo atto l’approccio è da soprano drammatico. La vocalità rispecchia la psicologia del personaggio: nel primo atto predominano l’emozione, la gioia, la speranza, la bellezza; tra il primo e secondo atto passano tre anni, avvengono molte cose nella trama, però c’è dentro ancora la speranza; dalla metà del secondo atto la speranza si fa amara, c’è il dramma. E’ un viaggio psicologico, ed è questo l’aspetto difficile.
C’è un ruolo al quale si sente particolarmente legata?
Oltre alla Madama Butterfly, sicuramente la Tosca sempre di Puccini. Ho amato in modo particolare anche cantare La Fedora di Umberto Giordano e l’Aida di Giuseppe Verdi. Ma ce ne sono moltissimi altri.
Un luogo, invece, a cui è particolarmente legata?
Di primo acchito, e penso sia la risposta definitiva, la Sydney Opera House. Ho cantato tante volte in quel posto magico e mi ha sempre dato tante soddisfazioni. Per un insieme di motivi: perché è un luogo-simbolo, per il modo di vivere e di pensare, perché ho passato diverso tempo a Sydney, per il pubblico che mi ha dato tantissimo affetto, il modo di vivere, di pensare. E’ stato un periodo determinante per me.
Torniamo alla data mantovana: che cosa deve aspettarsi il pubblico?
Anzitutto, non sapevo che in città non si facesse l’opera lirica da anni e la cosa mi ha stupita. Venni a cantare una ventina di anni fa proprio al Teatro Sociale, si trattava di una Carmen e io ero agli inizi della carriera. Mi auguro che, come a Rho, gli spettatori escano con il fazzoletto in mano. Si sono emozionati tutti. Li vedevo, li sentivo. L’allestimento di questa tournée non è sfarzoso, ma è una poesia. Lo definirei così. E’ molto romantico, molto elegante. Infine, mi piacerebbe ringraziare Imarts per avere prodotto questa Butterfly e per averla portata a Mantova. Una città meravigliosa, che amo moltissimo, sono stata anche in tempi recenti in visita al Teatro Bibiena. Ci rivediamo presto.