SAN BENEDETTO PO – “L’eredità dei sentimenti”: con questo titolo per la prima volta l’opera di Mario Dall’Acqua (1931-2017, Villa Cappella di Ceresara) viene accolta nella maestosità del refettorio monastico di San Benedetto Po dal 14 settembre al 17 novembre.
Destinato come i suoi famigliari al duro lavoro nei campi, Dall’Acqua non abbandona, tuttavia, i libri e ostinatamente dipinge con quel che gli capita sottomano perché vuole convincere la famiglia del suo talento. E così accade, in pochi mesi si prepara per l’esame di terza media (tre anni in uno), che supera brillantemente; frequenta quindi per qualche anno il liceo artistico Cignaroli di Verona, per poi approdare all’Accademia di Brera che rappresentava la massima possibilità di apprendere, conoscere e sfidarsi. Egli intraprende quindi la carriera di insegnante fino al 1986. Nella sua prima produzione ha approfondito la tecnica dell’acquerello in cui si è rivelato abile, raffinato, sensibile e attento conoscitore del mezzo espressivo, nonché la grafica ove ha evidenziato sicurezza nel cogliere l’essenzialità delle forme anche con pochi, ma sicuri tratti.
Nel corso degli anni ha cercato nuovi stimoli, indispensabili al produrre sempre con nuovo interesse ed entusiasmo, che lo hanno condotto ad approfondire la pittura a olio e la scultura in terracotta. I risultati sono stati lusinghieri in entrambe le tecniche. I temi trattati hanno sempre riguardato il contadino, personaggio tanto amato dall’artista, raffigurato nella sua semplicità e solennità gestuale e successivamente l’uomo sofferente, che cerca rifugio anche nell’immutabile ed eterna realtà divina, e ancora i poveri.
Nella scultura in terracotta (bassorilievi, altorilievi e tutto tondo) le figure, costruite in un contesto di classica fattura, si proiettano nello spazio e contribuiscono a creare maggior movimento ed efficaci effetti chiaroscurali. L’artista ha sempre perseverato nel figurativo, non ha seguito nella sua più che quarantennale attività i sentieri delle mode, dimostrando invece di saper creare con un disegno rigoroso e plasmare le forme senza, tuttavia, sfociare nel finito esasperato o nel realismo fotografico.
Con oltre un centinaio di opere, “L’eredità dei sentimenti” si configura a oggi come la mostra antologica più importante dedicata all’artista. L’esposizione è idealmente suddivisa in tre macro sezioni che sviluppano i temi a lui più cari: l’umanità, con le sue gioie, i dolori, le avversità della vita e la spiritualità; i paesaggi, i luoghi del cuore, la famiglia e infine una sezione interamente dedicata alla grafica, del tutto inedita, in cui si avrà la possibilità di vedere, per la prima volta, come nasceva l’idea di una scultura attraverso il confronto con i disegni preparatori.
“Non ho mai cercato le scorciatoie – affermava – e ho interpretato sempre la fatica, a un tempo, come sofferenza e come dono. Credo che questi due sentimenti siano presenti nei miei quadri e nelle mie sculture, perché sono quelli che mi avvicinano di più al mistero del Cristo e al suo messaggio”.
Nella mostra le opere non seguono strettamente un ordine cronologico, ma sono raggruppate per tematica e tecnica utilizzata. Mario Dall’Acqua infatti è stato un grandissimo sperimentatore e tante sono le tecniche pittoriche da lui utilizzate: l’olio, l’acquerello, la china acquerellata, i gessetti, il carboncino, la sanguigna, solo per citarne alcune.
La mostra, realizzata dal Liceo Artistico Giulio Romano di Mantova insieme ai famigliari di Mario dall’Acqua e con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, sarà inaugurata sabato 14 settembre alle ore 18. Per l’occasione verrà presentato il catalogo ufficiale dell’artista.