CALVATONE – Il Gal Oglio Po prosegue il suo impegno per creare una rete solida tra i piccoli Comuni del territorio, chiamati oggi ad affrontare sfide sempre più complesse con risorse ridotte. A supportare questo percorso è il progetto “Smart Community – Villaggi sostenibili, connessi e integrati”, promosso da Regione Lombardia e avviato nel marzo 2024. Un’iniziativa che si inserisce nel quadro europeo di valorizzazione delle aree rurali considerate omogenee.
Dal mese di aprile a luglio 2024, il Gal ha condotto un’approfondita ricognizione coinvolgendo i suoi 31 Comuni soci, per analizzare lo stato dei servizi, i bisogni reali dei territori e le opportunità di gestione condivisa in ottica “smart”. L’obiettivo è chiaro: individuare modelli organizzativi innovativi, capaci di rispondere in modo efficace alle necessità delle comunità locali e alle nuove sfide normative. L’analisi è stata condotta dal Gruppo Nomisma, Gruppo Maggioli e da Marzia De Donno, docente di Diritto Amministrativo all’Università di Ferrara. I risultati sono stati presentati lo scorso 28 gennaio 2025, in un incontro con i 67 soci del Gal (tra cui Province, Camere di Commercio, associazioni di categoria ed enti del terzo settore).
L’Oglio Po è stato il primo territorio a cavallo tra due Province – Cremona e Mantova – a ottenere da Regione Lombardia il riconoscimento di area omogenea. “Siamo un’area rurale sovraprovinciale riconosciuta già nel 2002, ben prima che si iniziasse a parlare di distretti o aree vaste”, spiega il presidente del Gal Domenico Maschi. “È da un anno e mezzo che investiamo per aggiornare e rafforzare la collaborazione tra Comuni”. Il vicepresidente Stefano Alquati aggiunge: “Il progetto Smart Oglio Po si è concluso, ma abbiamo già attivato le procedure per proseguire, cercando nuove risorse attraverso la cooperazione tra aree rurali. Siamo ora in fase di affidamento dell’incarico per formalizzare i nuovi modelli gestionali”.
Sono numerosi i primi cittadini che riconoscono l’importanza strategica di questo percorso. Canzio Posio, sindaco di Ostiano, sottolinea come il proprio Comune collabori con realtà bresciane e cremonesi: “La nostra identità territoriale non è sovrapponibile ad altri distretti. Il modello proposto dal Gal va oltre vecchi confini e promuove una governance più moderna e coerente”. Per Valeria Patelli, sindaca di Calvatone – Comune che ospita la sede del Gal – l’unità d’intenti è fondamentale: “Stiamo finalizzando l’Accordo Quadro Tematico di Sviluppo Territoriale, un passo importante per consolidare il riconoscimento dell’Oglio Po come area interna. Questo non è in contrasto con l’omogeneità casalasca, ma un sostegno concreto anche al percorso intrapreso dalle Province”.
Giuseppe Torchio, sindaco di Bozzolo, ribadisce la necessità di superare i vecchi campanilismi: “Collaboriamo da anni su temi cruciali, come il ponte tra Acquanegra e Calvatone o il raddoppio ferroviario. Estendere questa cooperazione anche alla gestione dei servizi è il passo naturale di un territorio che ha già una forte integrazione”. Sulla stessa linea il sindaco di Gussola, Stefano Belli Franzini: “La vera sfida oggi è restare uniti. Un piccolo Comune da solo non ce la fa. Serve una regia politica locale forte, ma anche la capacità di generare economie di scala attraverso la gestione associata dei servizi”.