MANTOVA – È terminata con un violento scontro frontale a Sant’Urbano, nel Padovano, la fuga di un’Alfa Romeo segnalata in tutto il Triveneto come l’auto di una banda di ladri di abitazioni che aveva colpito di recente anche in territorio mantovano, come dimostra la presenza di alcuni gioielli a bordo dell’auto. Tre persone sono finite in manette, mentre un quarto complice è riuscito a dileguarsi nei campi.
Tutto è iniziato intorno a mezzogiorno di mercoledì, quando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Este hanno intercettato il veicolo sospetto nel territorio di Carmignano di Sant’Urbano. All’alt imposto dai militari, il conducente ha risposto premendo sull’acceleratore e dando inizio a un inseguimento ad alta velocità durato quasi un’ora.
Durante la fuga, i malviventi hanno tentato più volte di far perdere le loro tracce, arrivando persino a cambiare le targhe della vettura per confondere le telecamere di videosorveglianza. La centrale operativa ha quindi disposto un accerchiamento, coinvolgendo pattuglie provenienti da Este e dai Comuni limitrofi. L’Alfa, per evitare i posti di blocco, ha imboccato strade secondarie attraversando Villa Estense, Vescovana, Boara e ancora Carmignano, tra Padova e Rovigo.
Un’auto civetta dei carabinieri ha cercato di chiudere una via di fuga, ma è stata speronata dai fuggitivi. Dopo venti minuti di inseguimento, il gruppo è stato avvistato lungo l’argine sinistro dell’Adige, in direzione Boara Pisani, probabilmente con l’intenzione di raggiungere l’autostrada A13 all’altezza di Rovigo Sud.
La corsa si è conclusa solo a Sant’Urbano, dove una gazzella dell’Arma si è trovata frontalmente davanti all’Alfa Romeo. L’impatto è stato inevitabile. I quattro uomini a bordo sono scesi e hanno tentato la fuga a piedi, ma tre di loro sono stati bloccati e arrestati dopo una breve colluttazione.
All’interno dell’auto i militari hanno rinvenuto arnesi da scasso, targhe clonate, una paletta rifrangente, un lampeggiante magnetico e una sirena bitonale, elementi che fanno pensare all’utilizzo del mezzo per falsi controlli o sopralluoghi nelle zone da colpire. Sequestrati anche monili in oro, probabilmente frutto di furti avvenuti nelle ultime settimane tra il Rodigino e il Mantovano. Proseguono le ricerche del quarto componente della banda, che è riuscito a far perdere le proprie tracce dopo lo scontro.





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