PORTO MANTOVANO – Il comparto della meccanizzazione agricola è in stallo, anche nel Mantovano, a causa della carenza di risorse e delle condizioni sempre più rigide per accedere agli incentivi. A lanciare l’allarme è Stefano Raimondi, presidente di Acma Confcommercio Mantova, l’associazione dei commercianti di macchine agricole, operatrici e da giardinaggio.
Secondo Raimondi, mentre l’agricoltura italiana attende risposte concrete per continuare a investire in innovazione, dal Parlamento arrivano segnali incoraggianti ma ancora insufficienti. A un mese dalla 29ª Rassegna Bovimac di Gonzaga, Acma sollecita l’approvazione di due emendamenti chiave:
- eliminare il divieto di compensazione con i contributi previdenziali;
- prorogare fino al 2028 il credito d’imposta per la ZES agricola.
Il primo intervento, in particolare, eviterebbe che migliaia di imprese agricole con regimi fiscali semplificati restino escluse dai benefici.
Il nodo resta quello dei fondi disponibili. L’articolo 96 della Manovra introduce il nuovo Credito d’imposta Agricoltura 4.0, ma con uno stanziamento per il 2026 di soli 2,1 milioni di euro. “Servono investimenti ben più consistenti – sottolinea Raimondi – anche perché il Fondo Innovazione Ismea, che aveva erogato 222 milioni in due anni, non è stato rifinanziato”.
Resta aperta anche la questione del Piano Transizione 5.0, chiuso per esaurimento fondi. Molte imprese hanno presentato domanda entro il 27 novembre confidando nelle coperture promesse, ma mancano ancora indicazioni operative e risorse ordinarie per le spese escluse dal Pnrr.
Acma chiede inoltre la proroga di almeno due mesi del termine per la consegna dei beni acquistati con il credito d’imposta 5.0, attualmente fissato al 31 dicembre 2025. Senza interventi tempestivi, il rischio è aprire il 2026 con un blocco degli investimenti e una crisi profonda per le reti di vendita.















