Mantova prega per la pace insieme ai vescovi in Terra Santa

MANTOVA – «La pace, come il ricamo, si tesse lentamente, punto dopo punto, con amore, pazienza e fede».  Questo pomeriggio, nella Basilica di Sant’Andrea, la comunità mantovana si è raccolta in preghiera per invocare il dono della pace, in comunione con i vescovi lombardi riuniti in Terra Santa, nel silenzio dell’Orto del Getsemani. A guidare la celebrazione, don Luigi Milani, vice-rettore di Sant’Andrea, che ha condiviso le immagini e i volti della sua recente esperienza in quella terra «segnata da conflitti ma gravida di speranza».
«Il Vescovo Marco è là dove tutto è cominciato – ha detto don Milani –. Dove la pace, sempre minacciata, resta possibile. Una pace disarmata e disarmante, citando Papa Leone». Le sue parole hanno ricordato la lettera di Giacomo, che richiama alla radice del conflitto: le passioni egoistiche, le ambizioni che nascono dal cuore, la mancanza di una preghiera sincera. «La guerra – ha ricordato – inizia dove la relazione si spezza. E laddove la preghiera diventa strumento per ottenere vantaggi, essa perde la sua forza». Nella basilica si è pregato per le popolazioni ferite dal dolore e dall’odio, e per chi continua a cercare segni di riconciliazione. Don Milani ha raccontato l’incontro con le donne beduine del deserto, che intrecciano fili di cotone colorato per sopravvivere: «Da quel gesto nasce una profezia: anche nella terra arida la vita fiorisce. Mentre il mondo ricorda la ferita del 7 ottobre, loro tessono il futuro». «Le loro mani – ha detto – ricamano la pace come un telaio che unisce fede e pazienza, punto dopo punto».
Così come le comunità cristiane in Terra Santa, che resistono alla paura offrendo piccoli segni quotidiani: «La loro arma è la preghiera condivisa, il dialogo, la fraternità. I cristiani sono un balsamo in una terra divisa». Il pensiero del Papa, ricordato da don Milani, ha attraversato la basilica: la pace è un’ostinazione, da gridare anche quando sembra impossibile. Alla fine, la preghiera comune e la consegna dei lumini ai presenti, disposti a cerchio attorno all’ottagono centrale: luci simboliche nell’oscurità.

Antonia Bersellini Baroni

Vedi anche:
– Pellegrinaggio vescovi lombardi in Terra Santa, Busca: il dolore può diventare alleanza di pace

– Busca e i vescovi lombardi in Terra Santa: “Diventiamo artigiani della pace”