Riso, Coldiretti Mantova: “Annata positiva, ma prezzi in calo rispetto al 2024”

MANTOVA – Cautela e ottimismo accompagnano la campagna risicola 2025 nel territorio mantovano, dove – pur senza picchi produttivi da annali – si intravedono segnali incoraggianti per una delle coltivazioni più radicate nella storia agricola locale. Secondo i dati raccolti da Coldiretti Mantova, sono circa 1.200 gli ettari coltivati a Vialone Nano e Carnaroli, varietà simbolo della risicoltura mantovana, strettamente legata alla disponibilità idrica garantita dai consorzi di bonifica.

Dopo stagioni segnate da forti criticità, l’annata in corso – al netto della grandine del 24 settembre, che ha colpito a macchia di leopardo – si presenta come “normale”, e proprio per questo quasi eccezionale, in un contesto agricolo che ha imparato a convivere con l’imprevedibilità climatica.

«Abbiamo iniziato la raccolta due giorni fa – racconta Francesco Parise, risicoltore con 35 ettari tra Vialone Nano e Carnaroli classico a Porto Mantovano –. I segnali sono buoni: il prodotto è sano, anche se non ci aspettiamo rese straordinarie.»

Il nodo del prezzo resta centrale: rispetto al 2024 si registra una flessione, ma la buona domanda e la scarsa disponibilità di stock potrebbero favorire una risalita nei prossimi mesi, pur senza raggiungere i picchi dello scorso anno.

A Canedole, Andrea Casarotti coltiva 40 ettari a riso e parla di una resa media di circa 65 quintali per ettaro: «Un trend equilibrato, né sorprendente né deludente, ma con una qualità che dovrebbe mantenersi anche nelle fasi successive di lavorazione. Siamo stati fortunati con la grandine, ma altrove si registrano perdite fino al 90%, compromettendo le stime nazionali nonostante l’aumento delle superfici coltivate.»

A Ostiglia, Alberto Chiodarelli ha scelto una semina tardiva, fuori dal calendario canonico, per ottenere un prodotto più maturo: «Se tutto va bene, raccoglierò tra una quindicina di giorni. Non mi sbilancio, ma il riso è sanissimo e l’annata si sta evolvendo positivamente.»

Diversa la situazione per Nicola Valli, risicoltore di San Giorgio, che ha subito danni significativi: «La grandine mi ha fatto perdere circa il 30% del raccolto. Ma ciò che mi preoccupa di più è il progressivo spostamento dal Vialone Nano – emblema della risicoltura mantovana – verso il Carnaroli, dettato anche da ragioni di prezzo al consumo.»

Valli prevede di iniziare la raccolta entro una settimana e osserva con attenzione l’andamento del mercato: «I prezzi potrebbero risalire, ma si teme un aumento delle importazioni, che potrebbe influenzare negativamente la valorizzazione del prodotto locale.»

In attesa dell’essiccatura e della successiva pilatura, il mondo risicolo mantovano incrocia le dita, confidando in una chiusura di campagna positiva, dove la qualità del prodotto possa compensare le incognite del clima e del mercato.