Mantova, Rotary uniti contro il femminicidio nel ricordo di Laura Russo

RONCOFERRARO – Si è svolto lo scorso venerdì 26 settembre, nella suggestiva cornice di Villa Cavriani, l’evento Interclub promosso dai Rotary Club Mantova Sud, Mantova e Mantova San Giorgio, dedicato alla sensibilizzazione contro la violenza di genere e in particolare al femminicidio. Il service, intitolato “Il sogno spezzato di Laura”, ha voluto rendere omaggio alla memoria di Laura Russo, uccisa a soli 11 anni nel 2014 per mano del padre, in uno dei casi più atroci di violenza familiare.

Protagonista dell’incontro è stata Giovanna Zizzo, madre di Laura e testimone di una tragedia che ha segnato profondamente l’opinione pubblica. La sua presenza ha dato voce a un dolore trasformato in impegno civile e sociale, attraverso la fondazione dell’associazione “Laura vive in me”, nata per custodire il sogno della figlia e tramutarlo in azioni concrete a favore delle vittime di violenza.

L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di educare alla parità di genere, promuovere una cultura dell’affettività sana e consapevole, e prevenire la brutalità domestica attraverso il dialogo, la testimonianza e la formazione. Il ricordo di Laura, uccisa nel giorno del suo compleanno, e della sorella Marika, sopravvissuta miracolosamente dopo aver ricevuto ottanta coltellate, ha toccato profondamente i presenti, tra cui autorità, soci rotariani e rappresentanti delle istituzioni.

I presidenti dei tre club – Laura Formigoni, Stefano Lorelli e Gabrio Guerresi – hanno ribadito con forza la volontà di educare al rispetto e ai valori fondamentali, affinché le nuove generazioni possano crescere in una società più giusta e consapevole.

Tra i relatori, oltre a Giovanna Zizzo, sono intervenuti:

  • La senatrice Paola Mancini, che ha illustrato gli strumenti legislativi oggi disponibili per la tutela delle vittime, come il Codice Rosso, il divieto di avvicinamento, il braccialetto elettronico e le misure cautelari. Ha sottolineato l’importanza della formazione specifica per magistrati, forze dell’ordine e scuole, ma ha anche evidenziato come tutto ciò non sia ancora sufficiente. “La sicurezza e la legalità sono pilastri imprescindibili per una società libera dalla paura”, ha dichiarato, ribadendo l’impegno del governo nel favorire l’indipendenza economica delle donne e nel rafforzare le leggi contro il femminicidio.
  • La psicologa e psicoterapeuta Maria Grazia Orioli, che ha posto l’accento sul tema della prevenzione e dell’educazione emotiva. “Le cicatrici interiori restano – ha detto – e quando i figli assistono alla violenza, ne assorbono i modelli. È fondamentale insegnare a riconoscere le emozioni per arrivare alla consapevolezza e alla risoluzione pacifica dei conflitti.”

Il racconto di Giovanna Zizzo ha ripercorso con lucidità e dolore il tragico episodio del 2014: Laura dormiva accanto alla sorella quando il padre, dopo aver invitato i quattro figli a cena e a dormire da lui, l’ha accoltellata. Le urla hanno svegliato Marika, che è stata ferita gravemente ma salvata grazie all’intervento dei fratelli maggiori, Andrea ed Emanuele, che hanno disarmato l’uomo e chiamato i soccorsi. Il Tribunale di Catania ha poi condannato il padre, Roberto Russo, all’ergastolo.

Giovanna ha anche raccontato la sua battaglia per far sostituire il cognome paterno dei figli con il proprio, riuscendo nell’intento per tre di loro, ma non per Laura, che sulla lapide riporta solo il nome “Lauretta”. “Un vuoto legislativo”, lo ha definito, che aggiunge dolore al dolore.