“Mazzolari, un pacifista combattente che ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo”

BOZZOLO – “La Chiesa di oggi ha la sfida di trovare parole in grado di comunicare la Parola. Quel messaggio da rivolgere ai giovani, a se stessa, alla tutela dell’ambiente. E don Primo Mazzolari, poeta innamorato di Dio e del prossimo di parole ne sceglieva dì asciutte e coraggiose, ma in grado di parlare ancora oggi perché figlie di una fede schietta, esigente e dell’aver incontrato, camminato, aspettato con la forza e la fragilità del cuore”.
E’ quanto dichiarato ieri da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, che ha aperto la “3 giorni Mazzolariana”, la manifestazione dedicata all’indimenticato don Primo, giunta alla quinta edizione, organizzata dall’associazione Isacco e patrocinata dalla Parrocchia, dal Comune e dalla Fondazione Don Primo Mazzolari. Inaugurata sotto la loggia del Comune di Bozzolo, quest’anno la ‘3 giorni’ si concentra sul tema del futuro della Chiesa, 
Ruffini, raccontando anche ricordi  famigliari (la sua è una famiglia di origine mantovana, il prozio era il cardinale Ernesto Ruffini di San Benedetto Po, a lungo poi arcivescovo di Palermo) ha definito

L’intervento di Paolo Ruffini

Mazzolari come “un pacifista combattente”, in grado di parlare alla nostra vita, “uno che ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l’amore appassionato e la dedizione incondizionata stando nel suo tempo, nel suo adesso”.
“Un prete attento all’uomo e non alle ideologie, le cui parole erano franche, credibili, coraggiose e capaci di leggere i segni dei tempi e anche le mancanze e le sofferenze” ha spiegato Ruffini che ha concluso il suo ritratto di don Mazzolari dicendo: “Percorreva i tempi e forse non fu capito. Noi adesso siamo in un altro tempo e dobbiamo seguire queste sue parole”.

L’incontro di apertura della rassegna, dopo i saluti di apertura di Ildebrando Bruno Volpi, dell’Associazione Isacco, ha visto gli interventi anche del vescovo di Cremona Antonio Napolioni, di Matteo Truffelli, presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari”, del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio, e del parroco don Luigi Pisani. Al tavolo dei relatori pure il parlamentare Bruno Tabacci e Giovanni Salmeri, docente di Storia del pensiero teologico presso l’Università Tor Vergata di Roma. Nella veste di moderatore il giornalista Fabrizio Binacchi, capo redattore centrale di Rai Vaticano.

“Prima delle sfide del Cristianesimo, occorre che il Cristianesimo sia una sfida a se stesso. Prima di raccogliere le sfide del mondo, è il Vangelo che sfida noi stessi a capire se siamo cristiani: don Primo ha speso innanzitutto la sua fede, la sua vita e la sua intelligenza in questa ricerca di autenticità. Perché non ci sia un falso Cristianesimo che non parla e non dice niente a nessuno. In questo senso c’è un grande futuro per il Vangelo, che genererà il cristianesimo di adesso e degli ‘adesso’ che verranno” ha dichiarato Napolioni.

“Non si tratta dell’adunata dei reduci ma della attualizzazione di un messaggio adamantino, forte e chiaro che non può sconfinare con l’integralismo, così lontano dall’ispirazione di don Primo che non ha mai confuso l’uomo integrale della filosofia spiritualista con la missione terrena, l’etica dello spirito che deve essere condivisa e tradotta come bene comunitario e umano – ha sottolineato il sindaco Torchio – Calarsi nel reale e vivere le contraddizioni della vita d’oggi: la guerra e l’impegno a lavorare per la pace, l’educazione dei giovani e la necessità di farlo per gli adulti superando l’esclusione dei nuovi arrivi per l’inclusione culturale educativa socialeed economica. E lo spirito europeista che non si può alimentare con una impostazione assai frugale del ruolo della nostra Unione, incapace, pertanto di generare unità, crescita e sviluppo”.
“La differenza è tra integrazione e sovranismo, tra partecipazione ed esclusione, tra apertura e chiusura con tutto quanto comportano queste nuove acquisizioni, non solo sul piano culturale ed educativo ma anche sul piano economico. La cultura e l’identità giudaico cristiana quale valore fondante della stessa Unione Europea non può essere brandita come inutile imposizione, semmai è un riconoscimento di un percorso educativo di crescita valoriale da trasferire alla politica come proposta da riconoscere più che da imporre” ha sottolineato Torchio.

Dopo gli incontri odierni, tra cui alle  18, a Palazzo Casalini quello con  i teologi Andrea Grillo e Cristina Simonelli che approfondiranno il tema di “Una Chiesa di donne e uomini”; e alle 19.30 la messa in scena della rappresentazione musicata dell’omelia di don Primo Mazzolari “Fratello Giuda”, eseguita dal gruppo musicale “Plus a duo”. Domani alle 10 sarà celebrata la messa nella chiesa parrocchiale di Bozzolo, dove sono conservate le spoglie di don Primo Mazzolari. Alle 17.30, alla Casa della Gioventù, in piazza Don Primo Mazzolari 1, Roberto Maier e Riccardo Torelli interverranno con la relazione “Per un etica della terra. Alleanze per la sostenibilità”; alle 18.30 avrà poi luogo una lettura musicata su testi di don Primo Mazzolari, con la voce recitante di Andrea Tibaldi ed Enrico Garlaschelli al pianoforte. A chiudere il programma della “3 giorni”, alle 19, don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione di don Primo Mazzolari e già presidente della Fondazione a lui dedicata, commenterà a “Cara Terra”, uno dei più conosciuti scritti del parroco di Bozzolo.

 

 

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