MANTOVA – Non era solo una passeggiata cittadina, né soltanto un evento sportivo aperto a tutti. La Minciomarcia, nata nel 1972 su impulso del sindaco Gianni Usvardi, è stata per diversi anni un vero e proprio omaggio alla storia, alla cultura e all’identità di Mantova.
Fin dalla sua prima edizione, la manifestazione si distinse per un dettaglio tanto semplice quanto significativo: la medaglia commemorativa.
Non un oggetto qualunque, né un anonimo ricordo con il solo nome dell’evento. Ogni medaglia raccontava una storia, richiamando episodi, personaggi e simboli della città virgiliana. Nel 1976, ad esempio, la Stracittadina celebrò i 30 anni della Repubblica Italiana con un percorso simbolico tra i luoghi mantovani legati all’immediato dopoguerra. Una camminata nella memoria ancora prima di una corsa. Tre anni più tardi, nel 1979, la medaglia parlava al cuore e alla coscienza: “Corri ragazzo per i bimbi del mondo”, un invito che trasformava ogni passo in un gesto di solidarietà.
Indimenticabile il manifesto del 1980 con l’imperatrice Maria Teresa d’Austria raffigurata mentre si infila le scarpette da corsa, pronta a unirsi ai partecipanti. Quell’anno ricorreva il bicentenario della sua morte, e la Minciomarcia volle celebrarla con un percorso tra i luoghi a lei più cari. Da vera amante delle arti e della conoscenza, Maria Teresa lasciò a Mantova (città che amava) eredità preziose: la Biblioteca Teresiana, il Palazzo dell’Accademia Virgiliana con il Teatro Bibiena e il Catasto Teresiano. La visione di Usvardi era chiara: fare della Minciomarcia non solo un evento popolare, ma un’occasione per riscoprire, passo dopo passo, le radici di Mantova. E così fu. Ogni edizione tra gli anni ’70 e i primi anni ’80 diventava un ponte tra passato e presente, tra storia e partecipazione civile. Oggi, ripensare a quelle edizioni storiche è un po’ come sfogliare un album di famiglia: ogni medaglia, ogni manifesto, ogni percorso racconta un pezzo di città. E di chi, con entusiasmo e passione, ha deciso di viverla… correndo o camminando in una manifestazione che cercava di rinsaldare il legame profondo tra i mantovani e la loro città.