PEGOGNAGA – Sei chiese abbattute ed altrettante edificate sempre nello stesso sito. Confermano radicazione ed evoluzione del cattolicesimo nell’arco di mille anni di storia delle genti che hanno vissuto in quel territorio chiamato Picuniaca, definito Pegognaga negli ultimi secoli. Storia di culto. Ma anche di civiltà, come testimoniano progettualità edilizia delle chiese e reperti funerari emersi, sorgendo nei secoli passati il cimitero nell’area perimetrale. Sono testimonianze di usi e costumi di un territorio più che mai ostile, essendo fino al tardo Medio Evo composto da paludi che circondavano isolotti dominati da foreste, che rendevano non difficile la vita. Popolazione che viveva in capanne, ma che per soddisfare il culto religioso costruiva in mattoni cotti le chiese, luoghi di aggregazione e condivisione. Della narrazione di queste pagine di storia, presentato dal viceparroco don Nicola Cattarin, ha fatto una lectio magistralis don Stefano Savoia, per altro poeticamente intitolata “L’arte sotto le stelle – Costruire, celebrare, accogliere: mille anni di storia delle chiese di Pegognaga”. L’incontro era nato come visita alla nuova parrocchiale pegognaghese promossa dall’Unità Pastorale di Curtatone. Ma don Savoia, che è anche architetto, l’ha tradotta in conferenza di alto interesse culturale, offrendo altresì innovativi spunti di studio non solo storico, ma anche religioso, sociale e politico. Delle sei chiese si sono trovate tracce evidenti a seguito dell’abbattimento della parrocchiale dell’Assunta: unica in Italia, su tutte quelle lesionate dal terremoto, possibile abbattere, non soggiacendo a vincoli storico-archiettonici non superando i settant’anni dall’edificazione. Vera rivelazione per il numeroso pubblico è stato altresì l’abbattimento intorno al 1600 di una prima chiesa dedicata a San Giorgio, non soddisfacendo più ai dettami del Concilio di Trento seguita dall’edificazione di una nuova. Prima d’allora il rito osservato era quello imposto da Carlo Magno, che per raggiungere l’unificazione delle terre conquistate impose che tutte le chiese dell’impero usassero lo stesso rito religioso. Ma a mettere mano sulla chiesa di Pegognaga fu anche Matilde di Canossa, che la tolse ai preti per darla da gestire ai monaci di San Benedetto. Pagina dolorosa in fine la costruzione della parrocchiale dell’Assunta posizionata non più in dialogo con la società civile, ossia faccia a faccia al municipio. Dialogo ricomposto con l’edificazione della bella parrocchiale dedicata allo Spirito Santo.
Riccardo Lonardi