MONTICHIARI – Lo scorso 25 giugno i lavoratori e le lavoratrici dell’Aeroporto “Gabriele D’Annunzio” di Montichiari, su iniziativa del sindacato Usb (maggioritario all’interno dello scalo bresciano) hanno incrociato le braccia per protestare contro il transito di armi e missili all’interno dello scalo. Uno sciopero motivato dalla forte preoccupazione per la crescente militarizzazione di una struttura nata per fini esclusivamente civili. La mobilitazione, che ha coinvolto anche diversi lavoratori mantovani, ha riportato l’attenzione su un fenomeno da tempo denunciato dagli operatori aeroportuali. Già nel giugno 2024 i dipendenti addetti alle operazioni di carico e scarico avevano segnalato la movimentazione di materiale bellico, tra cui armi ed esplosivi, con potenziali rischi per la sicurezza dei lavoratori e delle comunità limitrofe.
Particolarmente preoccupante – secondo quanto riportato da fonti sindacali – sarebbe l’impiego di personale civile in operazioni non previste dal loro contratto, come il trasporto di missili, bombe e sistemi d’arma. Una situazione che solleva interrogativi non solo sul piano della sicurezza, ma anche sulla trasparenza dell’utilizzo di scali civili per finalità militari. Alla luce di questi fatti, il Deputato di Alleanza Verdi Sinistra Devis Dori alla Camera e il Senatore Costantino Magni in Senato hanno presentato un’interrogazione ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Difesa. Il documento chiede di chiarire se siano fondate le notizie sul transito di materiale bellico attraverso l’aeroporto, quanti voli militari abbiano attraversato il territorio italiano – in particolare da Montichiari – e se altri aeroporti civili del Paese siano coinvolti in attività analoghe.