Moro, la verità che ancora non c’è. Carra: “le BR strumenti di gruppi di potere per affossare un disegno rivoluzionario”

Il segretario del Pd di Pegognaga Marco Carra

“A 42 anni dalla morte del presidente della DC Aldo Moro, è giusto che il Paese ricordi la figura del grande statista barbaramente assassinato da quelle forze che volevano che in Italia non si affermasse il disegno che lo stesso Moro e Berlinguer, altro grande uomo di Stato, stavano concependo”. A parlare è Marco Carra, membro della segreteria nazionale Pd ed ex componente la Commissione parlamentare Moro. “Si trattava della fine della democrazia bloccata e la collaborazione di governo tra le principali forze politiche, portatrici di quelle straordinarie culture politiche che hanno ridato la Libertà e la Democrazia al Paese”.

“Nel corso della precedente legislatura, il lavoro della Commissione Moro ha messo pesantemente in discussione e in parte smontato la verità ufficiale che voleva le BR uniche responsabili della morte di Moro – prosegue Carra – Troppi gli interrogativi riaperti, tante le bugie raccontate dai criminali delle BR che la Commissione ha smontato. Dal numero dei componenti il commando in via Fani alle stesse strane presenze riscontrate, dall’arresto di Morucci e Faranda nell’abitazione di una figura ambigua come Conforto alla prigione fantasma di via Montalcini. Se ancora oggi i criminali brigatisti non hanno deciso di parlare e di dire quello che sanno, significa che continuano ad impedire il pieno accertamento della verità e confermano che erano, a partire dal sedicente “rivoluzionario” Moretti, strumento di altri gruppi di potere interessati all’uccisione di Aldo Moro affinché si impedisse l’affermazione del vero disegno rivoluzionario che Moro è Berlinguer stavano portando avanti”.

 

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