MOTTEGGIANA – Tra le iniziative sapientemente orchestrate dalla Asd Polisportiva Motteggiana e l’amministrazione comunale, un’atmosfera sospesa tra il presente e il ricordo ha avvolto la presentazione del nuovo libro di Wainer Mazza, l’autentico cantastorie e custode del dialetto mantovano. In tanti hanno presienziato all’evento tra cui amici da Mantova e Quistello. Il volume, intitolato “Là dove il Po” (Lui editore), è un commovente omaggio alla sua terra, accarezzata e plasmata dal Grande Fiume, un inno alle radici che affondano profonde nel cuore della Pianura.
Wainer Mazza, con la sensibilità che lo contraddistingue, ha voluto al suo fianco in quest’ultima fatica letteraria un coro di voci amiche: Fabrizio Binacchi, Bruno Daffini, Attilio Pignata, Ornello Gorni e Carlo Parmigiani. Ognuno di loro ha intessuto pagine di ricordi, rievocando volti, luoghi e aneddoti che risuonano come echi di un tempo che fu, contribuendo a tessere una trama ricca di umanità e nostalgia.
Nel suggestivo scenario del parco Andreani-Panicali, dove le ombre delle piante danzavano, trafitte da qualche raggio di sole che invitava i presenti a cercare riparo, Mazza ha lasciato che la sua anima di menestrello prendesse il sopravvento. Non parole, ma note e versi hanno riempito l’aria, con l’esecuzione di alcune delle canzoni contenute nel libro: l’intramontabile “Munticiana”, la malinconica “La Iside”, la struggente “Am ciami Po” e l’omaggio a “Milcar ad Tursela”. Ogni melodia, ogni parola in dialetto, era un ponte gettato verso il passato, un sussurro di storie antiche che ancora vivono.
A narrare la genesi e il cuore del libro sono stati l’assessore alla cultura Tiziana Piva, il giornalista Rai Fabrizio Binacchi e, a sorpresa, lo storico Giancarlo Malacarne, invitato al tavolo, all’ultimo minuto, da Binacchi. Hanno delineato con passione le sezioni del volume, che si snodano attraverso la storia di Motteggiana, ricca di aneddoti e del celebre detto “L’acqua di Motteggiana cun al ciribigulin plan plan chi la beve si risana e campa cent’anni”, un inno alla longevità e alla saggezza popolare. Si prosegue poi verso la frazione di Torricella, con il suo motto intrigante “Chi viene a Torricella mette due Santi in una Cappella” e le canzoni che il Menestrello del Po le ha dedicato, accompagnate da immagini che sono finestre sul passato.
L’ultima parte del libro è un abbraccio a Villa Saviola, con il suo detto arguto “Quelli di Villa Saviola hanno la macchina ma anche la cariola”, un sorriso sulla realtà di un tempo. E infine, la pagina “Di quello che abbiamo non manca niente”, un vero e proprio scrigno di ricordi e canzoni dedicate alle eccellenze gastronomiche del territorio: “i caplét”, “i turtèi”, “la sbrisuluna”, lo storione e il Parmigiano Reggiano. Ogni piatto, ogni sapore, è un tassello della memoria collettiva, un patrimonio da custodire.
Al termine della presentazione, il sindaco Massimo Bonesi ha espresso il suo plauso a Wainer Mazza, riconoscendo il valore inestimabile del suo lavoro nel mantenere viva l’anima di questa terra, e ha ringraziato la Polisportiva per la calorosa ospitalità, suggellando un momento di profonda connessione con le radici e la cultura locale.