MANTOVA – Nel carcere di Mantova prende il via “Spazio Extra”, un nuovo progetto nato con l’obiettivo di offrire ai giovani detenuti percorsi educativi, formativi e creativi capaci di favorire la crescita personale e il reinserimento sociale. L’iniziativa è promossa dall’istituto penitenziario in collaborazione con una rete di realtà del territorio: Cooperativa Sociale Alce Nero, Teatro Magro, Pantacon, Collettivo Landesì, Strongvilla, Il Piccolo Campo e il graphic designer Andrea Pilati.
Il progetto nasce da un’esigenza concreta espressa dalla direzione del carcere, che ha scelto di avvalersi della Cooperativa Alce Nero per il coordinamento e la conduzione educativa delle attività. “A fronte di una sempre più ampia presenza di detenuti in giovane età – ha spiegato la Direttrice della Casa Circondariale Metella Romana Pasquini Peruzzi – è emersa la necessità di ideare progettualità specifiche, capaci di rispondere alle caratteristiche peculiari di questi giovani. L’obiettivo è favorire il loro reinserimento sociale, avviando percorsi già all’interno del carcere e promuovendo così un sano sviluppo della personalità”.
“Spazio Extra” nasce dunque come progetto sperimentale dedicato esclusivamente ai detenuti più giovani, sulla base dell’esperienza maturata con i laboratori già attivi da anni, come quelli di teatro, scrittura e canto rap. La novità è la creazione di uno spazio permanente, aperto più pomeriggi alla settimana, in cui i partecipanti potranno prendere parte a un’unica attività integrata che riunisce diversi laboratori.
Il cuore dell’iniziativa è la relazione educativa, intesa come strumento di cambiamento, inclusione e crescita. Gli educatori professionali della Cooperativa Alce Nero lavorano in sinergia con artisti, operatori culturali e funzionari dell’Area Trattamentale del carcere per costruire un contesto di fiducia e ascolto, dove i giovani possano riscoprire sé stessi, le proprie capacità e potenzialità.
Le attività proposte – tra cui teatro, produzione musicale, fotografia, grafica, storytelling, sport e pet therapy – offrono ai detenuti l’opportunità di sperimentare nuovi linguaggi e di sviluppare competenze fondamentali in ambito relazionale, comunicativo e collaborativo. Il percorso aiuta anche a riconoscere le proprie risorse interiori e ad acquisire strumenti utili per la vita quotidiana, come la cooperazione, la gestione dei conflitti e il rispetto delle regole condivise.
“Coinvolgere attivamente i giovani con percorsi formativi più personalizzati e vicini ai loro desideri può determinare una più alta percentuale di successo e una maggiore tenuta da parte dei partecipanti, abbassando il senso di frustrazione e inadeguatezza”, ha spiegato Lorenzo Cattalani, educatore e coordinatore del progetto.
Uno degli aspetti più significativi di “Spazio Extra” è la volontà di costruire un ponte tra l’interno dell’istituto penitenziario e la comunità esterna. I risultati dei laboratori saranno infatti valorizzati attraverso mostre, eventi e festival cittadini, creando occasioni di dialogo e partecipazione pubblica. In questo modo, l’esperienza dei giovani detenuti potrà diventare un racconto collettivo di riscatto, condiviso con operatori, istituzioni e cittadini, a testimonianza di come l’arte e l’educazione possano aprire nuove prospettive anche nei contesti più difficili.














