MANTOVA – Oltre 160 moduli di partecipazione pervenuti, senza contare tutti coloro che hanno deciso di presentarsi direttamente in loco questa mattina. Il bilancio dell’Open Day di Fondazione UniverMantova sotto lo slogan “Cosa vuoi fare di grande?” è senza dubbio positivo, così come l’attiva collaborazione dei vari atenei – Politecnico di Milano, Università degli Studi di Brescia, Scuola Superiore Mediatori Linguistici e Unimore – nel predisporre attività e incontri di orientamento per raccontare nel concreto in cosa constano i corsi che si svolgono a Mantova, quali titoli permettono di conseguire e come questi ultimi possano inserire i laureati nel mondo del lavoro. Complessivamente sono 1.300, ogni anno, gli universitari che studiano a Mantova.
C’è chi ha lasciato che fossero i docenti a illustrare la proposta formativa e chi, come il Politecnico di Milano, dopo la parte di puro orientamento ha mostrato agli studenti interessati come si svolgono i laboratori di architettura e come un drone possa essere di grande aiuto per chi intraprende questa professione.
“Abbiamo deciso di realizzare un Open Day a inizio estate, dopo la maturità – spiega la coordinatrice generale di UniverMantova Luisa Lavagnini – perché possano decidere anche in questa fase rispetto alle loro scelte future e ormai prossime. Magari c’è chi sta pensando di andare a lavorare e invece viene a incontrare l’offerta formativa mantovana e cambia idea. Questo è anche un momento importante per la Fondazione UniveMantova in quanto abbiamo deciso, differentemente dagli altri anni, che tutta l’offerta mantovana si presentasse insieme di fronte agli studenti. L’università a Mantova presenta un ottimo rapporto, in termini numerici, tra docenti e studenti, ma al tempo stesso beneficia della presenza di atenei molto grandi alle spalle”.
“Il Politecnico di Milano – spiega la docente di Progettazione architettonica Claudia Tinazzi – propone a Mantova due corsi di laurea: il primo è un corso triennale in Progettazione dell’architettura. Il secondo, attivo da dieci anni, è un corso di laurea magistrale in Architectural Design and History, in questo caso erogato solo a Mantova, in lingua inglese perché ha come obiettivo quello di accogliere studenti internazionali, tant’è vero che oggi il 60% degli iscritti alla magistrale proviene da paesi extra-Ue: Sudamerica, Cina, India, etc. Perché è un corso di laurea in lingua inglese? Proprio perché le tematiche sono profondamente legate a quella che è la cattedra Unesco, attiva a Mantova, e al legame tra l’architettura e il patrimonio storico. Al tempo stesso, anche in paesi come quelli appena citati iniziano a esserci la consapevolezza e la richiesta di trattare da un lato l’esistente, ovvero il patrimonio storico da conservare e valorizzare, e dall’altro lato la nuova architettura che deve rispondere ad altre esigenze”.
Studiare architettura a Mantova significa, secondo Tinazzi, “studiare con tutti gli strumenti del Politecnico ma con misure diverse: qui studiano soltanto 100 studenti ogni anno (numero chiuso), e oltre al rapporto molto più vicino tra professori, ricercatori e studenti, c’è soprattutto la possibilità di vedere una città come Mantova, usare Mantova come campo d’azione. I nostri laboratori spesso decidono di andare a rilevare Sant’Andrea e più in generale questa è una delle città che hanno un rapporto privilegiato con l’architettura”.