MANTOVA – Doveva essere un dibattito sull’autonomia delle Regioni tra il sindaco Mattia Palazzi, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini e l’ex governatore della Lombardia Roberto Maroni. Ma quest’ultimo non si presenta: trattenuto a Roma per la crisi dal Consiglio federale della Lega è la giustificazione ufficiale e la crisi e quanto sta accadendo nella capitale in queste ore con le prove tecniche per un governo Cinque stelle- Pd prende il sopravvento sul palco della Festa dell’Unità cittadina in Piazza Virgiliana. Bonaccini si dice convinto nella necessità di un governo dem-cinque stelle anche se ammette che, se si andasse al voto, Lega e centro destra prenderebbero largamente il sopravvento. Ma c’è l’economia che incombe
Arriva il momento di Palazzi, che non ha mai nascosto anche dallo stesso palco di Piazza Virgiliana nei giorni scorsi, alcune perplessità sull’alleanza Pd-grillini. Ma anche lui evidenzia che il governo va fatto, ma un governo – dice – che non faccia l’errore di dimenticarsi di questioni forti e sentite dal Paese, ad iniziare dalla regolamentazione dell’immigrazione. Palazzi punta però su motivazioni diverse
Per quanto riguarda quello che doveva essere il tema della serata, l’autonomia delle Regioni che ne hanno fatto richiesta sia Bonaccini che Palazzi ne ribadiscono la necessità, una volta dopo aver stabilito per tutto il Paese i livelli essenziali delle prestazioni. Entrambi ribadiscono che Salvini non ha fatto nulla per l’autonomia al contrario di quanto aveva sbandierato in campagna elettorale.
Adesso la parola spetterà al nuovo governo. La domanda a Bonaccini è d’obbligo: come si può pensare che l’autonomia sia in cima all’agenda di Cinque Stelle e Pd che non l’hanno mai cavalcata, se non attraverso gruppi ristretti di amministratori. “Lo so- risponde il governatore – e io sono stato il primo a farlo, ma non si può rimandare ancora, farò di tutto perchè il discorso venga ripreso in mano”
