MANTOVA – Una lunga fila di persone lungo tutto Campo Canoa e tavolate gremite in ogni angolo: è questa l’immagine potente che ha accompagnato la serata di ieri, in occasione della tradizionale Pastasciutta Antifascista, organizzata da Arci Mantova, Cgil e Anpi “Felice Tolazzi”. Un evento che ha unito memoria storica e attualità, con un pensiero rivolto al dramma che si consuma da due anni in Palestina.
La manifestazione rievoca un gesto simbolico e dirompente compiuto dalla famiglia Cervi il 25 luglio 1943, quando – all’indomani della caduta di Mussolini – offrirono un piatto di pastasciutta a tutto il paese di Campegine. Un piatto semplice, ma sgradito al regime, per celebrare la (momentanea) fine della dittatura fascista e alimentare la speranza di una nuova stagione di giustizia sociale. Speranza interrotta tragicamente pochi mesi dopo, con l’arresto e la fucilazione dei sette fratelli Cervi da parte della Repubblica di Salò.
Quest’anno l’iniziativa ha superato ogni aspettativa: circa un migliaio di persone si sono ritrovate a condividere un pasto che è diventato atto di memoria collettiva e di impegno civile. Giovani, anziani, famiglie e lavoratori si sono seduti fianco a fianco, non solo per commemorare, ma per riflettere insieme sulle ferite ancora aperte del presente.
Tra i temi emersi durante la serata, il ricordo dei morti sul lavoro, le crescenti tensioni internazionali e il riarmo dell’Europa, ma soprattutto la guerra in Palestina. L’orrore del conflitto, le vittime civili, le condizioni umanitarie estreme e la repressione violenta – come il fuoco sulla folla affamata – hanno toccato profondamente i partecipanti. Forte la denuncia contro il silenzio della politica e della comunità internazionale.
Due momenti hanno reso ancora più denso il significato della serata: il cammino silenzioso delle donne per la pace, che ha attraversato la città fino a Campo Canoa, e il “minuto di rumore” per Gaza – un gesto simbolico che ha voluto rompere il silenzio mediatico e istituzionale sulla tragedia in corso.