MANTOVA – Urgono azioni di sostegno al comparto suinicolo che da mesi sta affrontando il diffondersi del virus della Psa (peste suina africana). A dirlo sono i consiglieri del gruppo Pd in Regione Lombardia con una mozione che viene portata in aula, nel consiglio convocato per martedì 10 settembre.
Le misure richieste dai consiglieri sono di ordine economico e sanitario. La peste suina sta colpendo l’economia del comparto, di aree importanti per presenza di allevamenti, dove la filiera comprende anche la trasformazione e l’esportazione dei prodotti derivati. I consiglieri chiedono di sostenere le aziende agricole in questo momento di difficoltà prelevando fondi dai 500mila euro inutilizzati di Finlombarda.
Chiedono inoltre l’intervento dell’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, per una prevenzione efficace dal punto di vista sanitario, e di quello allo Sviluppo Economico Guido Guidesi.
“Chiediamo alla giunta regionale – afferma il consigliere Marco Carra, capogruppo Pd della Commissione Agricoltura – di assumere precise decisioni su diversi fronti poiché si è mossa con grande ritardo rispetto al problema, come hanno rilevato anche le associazioni di categoria che abbiamo incontrato qualche giorno fa. Proponiamo lo stanziamento di ingenti somme, anche chiedendo una deroga alla normativa europea sugli aiuti di Stato, volte a ristorare le aziende che hanno subito o subiranno danni diretti o indiretti dalla PSA, dal fermo produttivo al deprezzamento dei capi al blocco delle attività connesse; a garantire un adeguato e agevolato accesso al credito, mediante Finlombarda, a tutte le aziende del settore suinicolo che lo richiederanno; a richiedere l’intervento del Governo sull’IVA del settore salumi, portandola dal 10 al 4%”.
“La Regione – prosegue Carra – dovrebbe richiedere al Governo nazionale che siano stanziate a favore del Commissario Straordinario alla PSA maggiori e adeguate risorse economiche per le azioni di eradicazione del cinghiale selvatico: occorre concentrare e implementare le azioni di contenimento e de-popolamento del cinghiale selvatico nelle zone non ancora infette.
Nelle zone di restrizione chiediamo lo stop temporaneo alle attività di caccia e pesca, raccolta funghi e tartufi, trekking e ogni altra attività di fruizione dei campi, dei boschi e dei sentieri tracciati e non tracciati, al fine di limitare al massimo la circolazione del virus.
Devono, inoltre, essere coinvolti i sindaci, diventare i nostri principali alleati nella capillare messa in opera delle disposizioni sui territori, informando anche la cittadinanza.
Chiediamo di corrispondere ai veterinari quanto dovuto per il lavoro supplementare che stanno svolgendo già dall’estate del 2023 e di implementare i servizi delle Ats.
C’è poi l’aspetto dei mercati, dell’esportazione dei prodotti che necessita di mantenere un clima di fiducia e quindi chiediamo alla giunta Fontana di farsi promotrice di un’azione diplomatica per garantire e riprendere l’export in ambito internazionale”.