MANTOVA – Tutti disponibili (eccetto lo squalificato Trimboli), anche se non tutti al 100% della forma. Compreso Alex Redolfi, che domenica potrebbe andare almeno in panchina. Guarda a Mantova-Cittadella con fiducia, mister Davide Possanzini, anche per cancellare il ricordo di una partita a Bari che lascia più di un rimpianto.
Come sta la squadra dopo la sconfitta di Bari: “i ragazzi stanno bene. Ovvio che non siamo contenti al 100% di quello che abbiamo fatto a Bari, anche se secondo me abbiamo provato a fare la partita che ci eravamo prefissati. Non ci siamo riusciti fino in fondo per tanti motivi. Ci è mancata un po’ di convinzione nei nostri mezzi, nel fatto di poterci stare in certi contesti e quello è il punto su cui dobbiamo lavorare: non sentirci inadeguati a questa categoria perché comunque le partite riusciamo a farle. Non è stata la nostra partita migliore, ma è stata equilibrata fino alla fine, decisa da episodi. Lavoriamo sulle cose che secondo noi non stanno andando per il verso giusto. La cosa principale è la mentalità, sentirsi adeguati a questa categoria, sentirci che ci possiamo stare e fare le cose che sappiamo fare con più convinzione. Credo che la chiave sia quella, perché poi le partite ce le siamo giocate tutte fino ad adesso. Dobbiamo fare questo step mentale ed essere consapevoli di quello che facciamo, e che ci sono squadre che ci possono mettere in difficoltà e bisogna affrontarle con sfrontatezza e con umiltà”.
Sul fatto che quasi tutti i punti raccolti dal Mantova siano arrivati al Martelli: “può essere un caso, può essere no, ovvio che di riscontri non ne potremo avere se non dai risultati. Ovviamente i risultati dicono questo ma secondo me quest’anno la miglior partita l’abbiamo fatta a Reggio Emilia, che è stata la prima fuori casa, in un contesto difficile, tra l’altro la prima per tanti. Credo che sia, per adesso, una coincidenza. Poi il tempo ci darà delle risposte. E’ chiaro però che giocare al Martelli è indubbiamente diverso. Hai la tifoseria dalla tua parte, uno stadio che conosciamo, un terreno che conosciamo, normale che non parti avvantaggiato ma con delle certezze in più. Poi è chiaro che per le squadre che si devono salvare, e la salvezza è il nostro primo obiettivo, questo traguardo si costruisce in casa. La nostra idea è quella di giocarci le partite in ogni stadio con la stessa mentalità, però poi l’aspetto ambientale fa la sua parte”.
Con il Cittadella che tipo di partita ti aspetti: “una partita fisica, in cui ci sarà da correre parecchio perché è una squadra molto verticale, che pressa tantissimo, che cerca di toglierti gli spazi e lo fa con continuità dall’inizio alla fine della partita. Quindi sarà una partita che dovremo gestire, come tutte. Penso che si debba rispettare l’avversario, però dobbiamo cercare di fare il nostro gioco, di fare la partita per vincerla. Non dobbiamo pensare alle cose negative accadute nelle partite scorse, ma di essere sfrontati, di giocare a calcio, di portarci dietro il pubblico. Bisogna iniziare con il piglio giusto, fare le cose fatte bene, con lucidità. E’ una partita come tutte le altre, molto difficile ma per me la squadra ha le carte in regola e si è allenata bene per farsi trovare pronta a questa partita”.
Le similitudini tra Mantova e Cittadella: “mi aspetto una partita molto complicata, il Cittadella sta mostrando con i numeri la bontà del suo lavoro. Ha un punto più di noi, fuori casa tranne gli ultimi tre minuti sciagurati del recupero di Salerno avrebbero vinto anche quella di partita, sono molto temibili. E’ una squadra che ci sa stare in questa categoria, la conosce bene a prescindere dagli interpreti che cambiano, lavora da tanto e lavora bene. Sarà una partita complicata ma ci siamo preparati e proveremo a usare le nostre armi per poterla portare a casa”.
L’evoluzione della Serie B, sia come organizzazione in campo, sia come qualità tecnica: “ne parlavo nei giorni scorsi con lo staff, credo che la Serie B sia cambiata negli ultimi 4-5 anni e si sia molto livellata. Non a caso dicevamo in precedenza che è un campionato non è mai sicuro, sono tutte partite da tripla. Puoi vincere con tutti e perdere con tutti, i risultati e la classifica testimoniano questo. Mi ricordo quando giocavo a calcio che c’erano delle partite che non dico che eri convinto di vincere e prendevi sottogamba, però quando scendevi in campo sapevi che avevi tantissime possibilità di vincere contro alcune squadre, e quelle 4-5 squadre sapevi di batterle. Adesso questa cosa non c’è più perché c’è tanta più organizzazione rispetto a quando giocavamo noi, c’è molta più possibilità di preparare le partite per gli allenatori, c’è più studio, ci sono più video, ci sono gli strumenti che ti aiutano a preparare, quindi le squadre che incontri sono tutte organizzatissime e sanno quello che devono fare in fase di possesso, in fase di possesso. Quindi è complicato preparare le partite, è complicato giocarle. E poi c’è un aspetto che influisce non poco, che è la tecnologia del Var e tanti momenti della partita vengono gestiti in maniera diversa dai giocatori: se prima c’era molto più agonismo sotto un certo punto di vista perché alcuni interventi di gioco non venivano visti o sanzionati, o c’erano regole diverse, poi negli anni cambiano le regole. E’ un calcio che si è evoluto, un calcio in cui c’è più studio, più conoscenza rispetto a una volta, di conseguenza un po’ più di equilibrio”.