Quando a Mantova un jet di linea atterrò al Migliaretto e ai comandi c’era la prima donna pilota

MANTOVA – L’aeroporto del Migliaretto non è stato solo un campo di volo: è stato un luogo simbolico, un crocevia di storia, coraggio e sogni che sfidavano il cielo. Nato nel lontano 1910, in un’epoca in cui l’idea stessa del volo era ancora avvolta da stupore e mistero, fu tra i primissimi campi di aviazione non solo in Italia, ma nel mondo intero. Una cartolina d’epoca riporta un primissimo fotomontaggio con il cielo del Migliaretto solcato dai Bleriot, il mitico aereo che nel 1909 attraversò lo stretto della Manica.
Per oltre sessant’anni, fino alla metà degli anni ’70, la sua pista verde accolse ali leggere e cuori audaci. Fino al 1972 servì l’Aeronautica Militare, per poi passare per qualche anno, fino al 1976, sotto la gestione dell’Aero Club Mantova. Fu proprio in quell’anno, con la messa in liquidazione della struttura, che si chiuse definitivamente quel lungo capitolo della storia mantovana.

Il Migliaretto visse giorni di vera gloria. Celebri furono i decolli e gli atterraggi di personaggi leggendari, primo tra tutti Tazio Nuvolari. Il mantovano volante non dominava solo le piste d’asfalto, ma anche quelle d’erba: pilotava con orgoglio il suo Saiman 202/1 da turismo, motorizzato Alfa Romeo e decorato con la sua celebre tartarughina portafortuna, dono di Gabriele D’Annunzio nel 1932. Un’immagine del 1947 lo immortala, seduto con nonchalance sull’ala del suo aereo, all’aeroporto del Migliaretto (vedi fotogallery).

Ma tra le pagine più curiose e vivide ancora oggi della memoria di chi allora era bambino o ragazzo, spicca un episodio che accese l’immaginazione di grandi e piccoli: era la primavera del 1972, quando un aereo di linea di fabbricazione sovietica, uno Yakovlev Yak-40 trimotore della Compagnia Aertirrena, toccò terra sul prato del Migliaretto. Un evento tanto straordinario quanto inaspettato. “L’abilità del pilota Nustrini riusci nell’impresa, con un pò di suspense, arrivando al limite pista” scrive Gianni Vecchi di cui riportamo gli splendidi scatti fotografici di quel giorno. Questo evento fu eccezionale perché il Migliaretto non era una pista normalmente adatta a velivoli di quella categoria, essendo più orientata all’aviazione leggera e sportiva. Peraltro le testimonianze di quel giorno indicano che la pista fosse bagnata al contrario di quanto aveva dichiarato la torre di controllo.
Appena la notizia si diffuse, città e paesi si misero in moto: famiglie con bambini, giovani, curiosi e appassionati accorsero a vedere con i propri occhi quel gigante d’acciaio atterrato sul prato. Ma la vera sorpresa fu scoprire che ai comandi, come secondo pilota, c’era Fiorenza De Bernardi: fiorentina, classe 1928, prima donna pilota professionista in Italia e pioniera assoluta dell’aviazione femminile. In un mondo ancora tutto al maschile, Fiorenza rappresentava un volo controvento, un simbolo di libertà e determinazione.

Ecco il racconto della sua attività di pilota riportato nel sito internet a lei dedicato.
…Quando cominciai a volare (1951) con mio padre su un piccolo aereo da turismo, non avevo speciali progetti per il futuro. Durante i primi anni volai per sport facendo competizioni in Italia e in altri paesi europei, spesso in coppia con Graziella Sartori. Ebbi anche la fortuna di diventare il copilota di un amico di mio padre, il sig. Robert Goemans, rappresentatnte della Piper in Europa e Africa di quel periodo. Approfittai del permesso che l’Aeronautica Militare dette ad alcuni civili (già con una certa esperienza collaudata) per frequentare un corso di strumentale basico alla scuola militare di Alghero (1966), presi lezioni da istruttori dell’Alitalia e, dopo aver superato gli esami di navigazione, aerotecnica, metereologia, medicina aeronautica ecc., ottenni il brevetto commerciale. Così potei essere assunta dalla Aeralpi  nel gennaio 1967 divenendo la prima pilota di linea in Italiana (e quarta o quinta nel mondo). I piloti della Aeralpi mi osservavano con diffidenza ma poi divennero i miei sostenitori e grandi amici. Con Aeralpi facevamo Cortina estate e inverno con bimotore canadese “Twin Otter” Abbiamo anche volato per Alitalia con biglietti AZ e passeggeri AZ che spesso chiedevano, per il volo successivo, di volare ancora con me. Quindi sono la prima ad aver volato per la compagnia di bandiera, che però non si decideva a fare un contratto regolare ad una donna. Nel 1969 fui assunta da Aertirrena e divenni la prima Comandante donna in Italia. Facevamo voli taxi, una delle attività più complete perchè cambi itinerari e nuove rotte da un momento all’altro. In questo periodo fui spedita a Mosca per un corso sul jet: lo Yak40  un trimotore russo che divenne la mia seconda casa; tre motori, capace di atterrare anche su neve e terra battuta. Il proprietario di Aertirrena ne comprò tre con base Firenze Peretola. Facevamo linee regolari, charter e voli dimostrativi come quello in australia, dove siamo stati un mese intero percorrendola in lungo e in largo. Fu un viaggio interessantissimo anche lungo il percorso per arrivarci: India, Afganistan, Kuala Lumpur, Bali, Timor…..Abbiamo volato anche come Olympic in Grecia portando i loro passeggeri da Atene alle isole dell’Egeo.
Le linee regolari da Firenze erano per Roma, Milano, Bologna, Albenga …

Racconti e ricordi che volano alto. Oggi l’aeroporto del Migliaretto è una grande distesa verde in attesa dagli Enti di conoscere il proprio destino. Ma sotto ogni filo d’erba, tra le pieghe della memoria cittadina, sopravvivono le impronte invisibili degli aerei che decollavano verso l’orizzonte e di coloro che, guardando in alto, vedevano in quei velivoli il futuro che era già diventato realtà.