Raddoppio Piadena–Mantova: rimosso il ponte sull’Oglio, ora demolizione delle pile

BOZZOLO – Dopo oltre 80 anni di servizio, il vecchio ponte ferroviario sul fiume Oglio, tra Bozzolo e Marcaria, è stato definitivamente rimosso. L’intervento, parte del progetto di raddoppio della linea Piadena–Mantova, segna una tappa fondamentale nella modernizzazione dell’infrastruttura ferroviaria lombarda.

Il ponte, dismesso da quasi due anni in seguito alla sospensione del tratto Mantova–Bozzolo sulla linea Mantova–Milano, ha lasciato spazio al futuro viadotto a doppio binario. La nuova struttura, in ferro come la precedente, riprenderà le forme storiche del ponte originale del 1874, con un design che coniuga memoria e innovazione.

La vecchia opera, ricostruita tra il 1945 e il 1946 dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, era composta da tre campate reticolari in acciaio: due da circa 40 metri e una centrale da 48. Le travate, larghe 5 metri e alte fino a 6, erano realizzate con profili chiodati e maglie triangolari, tipiche delle costruzioni ferroviarie dell’epoca.

Rfi, sotto la direzione lavori di Italferr, ha affidato l’intervento al raggruppamento di imprese Pizzarotti, Saipem, ICM e Salcef. Dopo un’attenta fase di studio, è stata scelta una procedura di smontaggio spettacolare e altamente ingegnerizzata: le tre campate sono state rimosse con l’ausilio di due gru di grande portata, operanti in simultanea.

Sul lato Bozzolo è stata impiegata una Tadano CC 38.650 da 625 tonnellate, mentre sul lato Marcaria ha operato una Demag CC6800, tra le più potenti al mondo, con una capacità di 1.250 tonnellate. Per il montaggio delle gru sono stati necessari giorni di preparazione e la realizzazione di piattaforme in calcestruzzo capaci di sostenere carichi superiori a 30 tonnellate per metro quadrato, con spessori in legno sotto i cingoli per garantire la distribuzione sicura dei pesi.

Nei giorni precedenti, gli operatori avevano già rimosso binari e traversine, eseguendo tagli preliminari sugli elementi secondari della campata centrale. Ogni fase è stata pianificata con modelli 3D ottenuti da rilievi laser scanner, con pesi calcolati e verificati in tempo reale, maggiorati del 25% per sicurezza.

Il piano operativo è partito mercoledì 24 settembre con la rimozione della campata C1 (lato Bozzolo), seguita giovedì 25 dalla delicata operazione sulla campata centrale C2, tagliata in due tronconi e sollevata in sincronia dalle due gru. Venerdì 26 è stata rimossa la campata C3 (lato Marcaria), completando la fase di smontaggio.

Le travate sono state poi smontate a terra e avviate al riciclo: l’acciaio del ponte troverà nuova vita in future opere.

Ora l’attenzione si sposta sulla demolizione delle pile e delle spalle in muratura. Gli escavatori, equipaggiati con martelli demolitori, procederanno con una demolizione “top-down”, riducendo le strutture dall’alto verso le fondazioni, senza comprometterne la stabilità. Parallelamente, la consortile è già al lavoro per realizzare le nuove fondazioni che sorreggeranno il ponte del futuro.