San Benedetto Po, i candidati di Azione: “passerella elettorale di Salvini, troppe questioni non tornano”

Salvini durante il sopralluogo al ponte di San Benedetto Po lo scorso gennaio

SAN BENEDETTO PO – “La visita del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini al Ponte di San Benedetto Po è – di per sé – un fatto positivo: il Ministro competente prende a cuore ed approfondisce un problema che, in questa versione, da 13 anni mette in difficoltà imprese e cittadini dell’Oltrepo mantovano. Purtroppo, però, nessun impegno preciso ed alcune questioni che non tornano portano ad una diversa conclusione”. A dirlo sono i candidati consiglieri regionali di Azione-Italia Viva Luca Malavasi e Claudia Pavarini che spiegano: “L’apertura del bypass in estate non risolve il problema del traffico pesante e del trasporto scolastico e poco ha a vedere con l’intervento del Ministro. Si tratta, infatti, del lavoro del Comitato Consultivo Tecnico che, secondo le dichiarazioni di luglio del Presidente della Provincia a San Benedetto Po, doveva portare entro il prossimo 14 febbraio all’utilizzo del nuovo ponte in posizione provvisoria. In sintesi, sperando sia la dichiarazione buona, si slitta di altri sei mesi, per un intervento già previsto dall’appalto inziale”.

“Ma sull’intero ponte? Il Ministro dichiara che con “Due norme e un po’ di soldi” si accelera la situazione. Di quanto? Un risparmio di due – tre anni. Ma su quanti? Qual è il cronoprogramma dei lavori? Non è dato a sapere, perché la Provincia entro un mese invierà il piano economico aggiornato. Sono mesi che non si parla d’altro ed il quadro non è pronto? E poi, come mai ci sono maggiori costi, quando giovedì 19 gennaio il consigliere regionale Alessandra Cappellari dichiarava che le risorse erano sufficienti? Non ha chiarito, infine, perché il commissariamento non è possibile, non ha prospettato l’avvio dei lavori, ha detto: ‘ci riaggiorneremo’. Ma per i cittadini che attendono da 13 anni e nel silenzio abbandonano l’Oltrepo, sono risposte insufficienti. Se le nostre aziende viaggiassero con i tempi e le modalità con cui viene gestito questo appalto, potrebbero sopravvivere? E poi, tutti ci chiediamo: se il Ponte Morandi è stato demolito e ricostruito in un anno (due anni dalla tragedia), perché per il ponte di San Benedetto Po l’intervento del Ministro competente consente al massimo di risparmiare due anni su non si sa quanti? Perché, ora che la questione è sul tavolo appropriato, non si applicano le norme che consentirebbero di risolvere la situazione? Per tutte queste ragioni, la visita di Matteo Salvini è da considerarsi una passerella elettorale, motivata più dalle preoccupazioni per un consenso in pericoloso calo, che da una vera volontà e capacità di risolvere i problemi” concludono Malavasi e Pavarini.

Intanto proprio oggi Salvini ha risposto all’interrogazione presentata dal Senatore della Lega Andrea Paganella sui lavori di manutenzione e ricostruzione dei ponti di San Benedetto Po e Ostiglia.
In particolare il parlamentare virgiliano ha chiesto “di sapere se e quali iniziative di competenza, il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di accelerare le procedure di manutenzione e, ove necessario, di ricostruzione dei ponti sul fiume Po, anche in relazione al fondo per la messa in sicurezza di cui all’articolo 1, comma 891, della legge 30 dicembre 2018, n. 145”.
Il titolare del dicastero, ricordando il sopralluogo della scorsa settimana, ha ribadito che “la messa in sicurezza di ponti e viadotti che hanno più di 50 anni, è una priorità. Per San Benedetto è tornato a sottolineare che sono in previsione due modifiche normative per poter procedere più spediti nell’affidamento dei lavori che restano da ultimare e parallelamente si stanno reperendo le risorse necessarie per il completamento. Per Ostiglia il Ministero ha dato, l’ok ad Anas per l’acquisizione da Rfi del ponte ferroviario”.

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