San Benedetto Po, il Conte Henri De Cadolle visita “L’Ultima Cena” del Bonsignori

SAN BENEDETTO PO – Un evento di eccezionale rilievo storico-artistico ha animato l’ex refettorio del Polirone a San Benedetto Po: il Conte Henri De Cadolle, discendente della nobile famiglia francese D’Espagnac, ha compiuto una visita emozionante per ammirare da vicino l’opera “L’Ultima Cena” di Girolamo Bonsignori, un capolavoro databile tra il 1510 e il 1515, un tempo proprietà dei suoi antenati.

Un legame profondo con il passato

La presenza del Conte De Cadolle, proveniente dalla provincia di Montpellier (dove risiede dal 1998, anno del suo primo viaggio a San Benedetto Po), ha rinsaldato un legame storico che affonda le radici nel XVIII secolo. Fu infatti nel 1797 che la famiglia D’Espagnac acquisì l’Abbazia di Santa Maria della Vangadizza di Badia Polesine, seguita pochi anni dopo dall’acquisto del Polirone di San Benedetto Po e di diversi immobili a Sassuolo, tra cui il celebre Palazzo Estense. Appassionato e raffinato collezionista d’arte, il Conte è stato ospitato durante il suo viaggio italiano presso il sodalizio Vangadiciense, dove spesso si dedica a ricerche negli archivi che furono della sua famiglia.

Il capolavoro del Bonsignori nel suo contesto originario

Ad accompagnare il Conte in questa significativa visita vi erano personalità di spicco del mondo culturale e istituzionale: Guy Vincent, Paolo Aguzzoni (Presidente dell’Archivio Vangadiciense dell’Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine), Roberto Lasagna (Sindaco di San Benedetto Po) e Federica Guidetti (conservatrice del museo Polironiano).

Henri De Cadolle si è dichiarato positivamente impressionato nel rivedere “L’Ultima Cena” presentata nella sua sede originaria, magnificamente incorniciata dagli affreschi di Antonio Allegri, detto il Correggio. Il dipinto, preziosa proprietà del Comune di Badia Polesine, è attualmente in prestito al Polirone. Il suo arrivo a San Benedetto Po avvenne nel 2019, in occasione della mostra “Il Cinquecento a Polirone. Da Correggio a Giulio Romano”, curata dallo storico Paolo Bertelli in collaborazione con Paola Aroni. La permanenza dell’opera al Polirone è dovuta al fatto che il museo Antonio Baruffaldi a Badia Polesine è ancora interessato da lavori di ristrutturazione.

Questa visita non è stata solo un omaggio a un’opera d’arte, ma un vero e proprio ponte tra le epoche, le famiglie e le istituzioni, che riafferma l’importanza di conservare e valorizzare il nostro inestimabile patrimonio culturale.