MANTOVA – In disuso da trent’anni ma in fase di rinascita. E’ l’ex chiesa di San Cristoforo, all’angolo tra via Acerbi e via Giulio Romano, con annessi giardino e canonica. Esattamente un anno fa veniva officiata la riapertura dello spazio verde e annunciati gli imminenti lavori all’interno dello spazio quattrocentesco, lavori poi iniziati alla volta di settembre-ottobre e tuttora in fase di svolgimento grazie alla collaborazione tra l’associazione Amici di Palazzo Te e dei musei mantovani, gli Istituti Santa Paola con la relativa scuola di restauro, il Politecnico di Milano – sede di Mantova e il carcere cittadino, che attraverso il protocollo d’intesa “Mi riscatto per il futuro” ha potuto impiegare dei detenuti volontari nei lavori di sgombero e di pulizia dell’ex chiesa.
Il punto sui lavori, dal titolo “Un progetto sostenibile” (termine, quest’ultimo, che fa riferimento sia alle tecniche che alle persone che ai materiali utilizzati), si è tenuto nel tardo pomeriggio in Santa Maria della Vittoria alla presenza dell’architetto progettista Andrea Cattalani, dell’Assessore del Comune di Mantova Andrea Murari, di Annamaria Mortari per Amici di Palazzo Te, della professoressa Laura Taffurelli per il Politecnico di Milano, del Direttore della Casa Circondariale di Mantova Metella Romana Pasquini Peruzzi e, per gli Istituti Santa Paola, il Direttore e il Coordinatore Enrico e Riccardo Furgoni e di Beatrice Azzani, Emma Bonsembiante, Giacomo Perissinotto e Lidia Rebecchi.
“Il progetto nasce molti anni fa – illustra Cattalani – quando la commissione giovani dell’Ordine degli Architetti riuscì ad aprire la ex chiesa per Mantova Creativa. Quando c’è stata poi l’occasione di partecipare a questo bando del Demanio, come associazione ci abbiamo provato e ci siamo riusciti, non senza fatica come sempre succede in queste occasioni. L’edificio, la cui costruzione ha coperto tutto il Quattrocento, ha subito varie traversie e diversi rimaneggiamenti, venendo poi dismessa come chiesa ed entrando a far parte del corpo militare, segnando la chiusura del portale principale su via Acerbi in favore dei portali laterali su via Giulio Romano e sul giardino, poi chiuso. Siamo riusciti a riaprire quest’ultimo”.
E a tal proposito, durante i lavori effettuati in questi mesi dagli studenti del Santa Paola, è stata scoperta un’iscrizione in cui un committente settecentesco, un vescovo romano il cui cognome era Oddo, “rivendicava” la ristrutturazione dell’edificio. Un documento su pietra importante per conoscere meglio l’evoluzione dello stabile.
“I lavori sono suddivisi tra i partner – spiega Riccardo Furgoni – sicuramente una parte importante la stanno facendo gli Amici di Palazzo Te. Noi come Istituti Santa Paola ci stiamo occupando della conservazione e restauro degli apparati decorativi, ovvero affreschi e stucchi. L’intervento è iniziato con una messa in sicurezza perché la situazione era molto critica. Ora la situazione è stabilizzata. Il cantiere, però, sta continuando con l’intervento vero e proprio che, essendo un’attività parallela rispetto a quella didattica, prevediamo andrà avanti altri due-tre anni”.
La parte più tecnica è stata illustrata da Taffurelli, che ha spiegato che il progetto è stato candidato al bando di Fondazione Cariplo per un finanziamento di 350mila euro, per un importo complessivo del progetto di 511mila euro. Il cofinanziamento dei partner è di 162mila euro. “L’obiettivo era di realizzare un progetto di restauro sostenibile e duraturo per un utilizzo continuativo del bene nel tempo, nonché rendere fruibile e accessibile l’area verde con un collegamento diretto con il giardino” ha spiegato Taffurelli. “Un centro culturale dinamico e inclusivo, collegato ad altri poli culturali della città e dove la comunità possa ritrovarsi ed essere parte attiva”.
Quello di San Cristoforo è un “cantiere-scuola”, nel senso che fornisce formazione pratica e tecnica a studenti universitari e giovani professionisti (il Santa Paola partecipa con classi seconde e terze). Dal punto di vista del carcere, invece, rappresenta un’integrazione lavorativa per persone che vivono un’esperienza detentiva, per contrastare la discriminazione sociale e prevenire la recidiva e rafforzare le persone, accompagnandole verso una reale integrazione nella società fondata sul lavoro. Concetti espressi da Pasquini Peruzzi, la quale ha sottolineato l’impegno di detenuti ed ex detenuti sul cantiere, anche oltre le ore richieste dal progetto.
L’Assessore Murari, a nome dell’Amministrazione comunale, ha espresso gratitudine ai soggetti coinvolti “e il nostro sostegno incondizionato”, ricordando che “siete un modello dell’ambizione che la città sta cercando di avere in questi anni, nell’assumere iniziative e recuperare spazi di qualità che poi servono alla comunità per la cultura, le arti, lo studio. Credo che Mantova abbia una grande vitalità da questo punto di vista e l’associazione Amici di Palazzo Te la rappresenti molto bene”.