Scuole come hub al servizio dei quartieri: presentato il progetto da 16,5 milioni

MANTOVA – La scuola non solo come luogo dell’istruzione del sapere, ma anche come punto di riferimento per la vita del quartiere e, per estensione, della città. E’ l’idea che sta dietro “Generare il futuro”, progetto di rigenerazione urbana che il Comune di Mantova ha ideato nel 2021 e dal 2022 iniziato a trasformare in realtà dall’anno successivo, con obiettivo finale la fine del 2026.

16 milioni e mezzo di fondi europei Fesr e Fes+ passati attraverso Regione Lombardia e che l’amministrazione comunale, che questa sera ha presentato ufficialmente il progetto alla scuola Pomponazzo alla presenza del sindaco Mattia Palazzi e della giunta al completo, ha deciso di investire in lavori sui plessi di Martiri di Belfiore, Don Mazzolari, Tazzoli, Pomponazzo e Bertazzolo (10 milioni) e in attività quali laboratori, corsi, eventi, ovvero “azioni immateriali” che si traducono in servizi ai ragazzi, alle famiglie, ai cittadini.

“Generare il futuro” persegue tre scopi: migliorare l’offerta educativa, definendo una nuova flessibilità e potenziando l’offerta formativa dei servizi scolastici; migliorare l’incontro tra vita, scuola e lavoro delle famiglie, trasformando le scuole in centri di comunità accoglienti e flessibili, ampliando l’offerta dei servizi sociali e interesse culturale e collettivo; rigenerare alcuni quartieri della città (centro storico, Cittadella, Valletta Paiolo e Valletta Valsecchi) e renderli attrattivi per residenti e nuovi potenziali cittadini mantovani.

Il concetto di scuola come “hub” si traduce (già) in diverse declinazioni: tra queste, l’ampliamento dell’offerta didattica delle 5 scuole sopracitate, azioni di promozione della lettura, promozione di welfare di comunità con particolare focus sul sostegno alla genitorialità, laboratori e spazi per e con i giovani (fab camp, informagiovani e laboratori creativi, etc.), opere di efficientamento, restauro, edificazione e creazione di nuovi volumi da destinare alla comunità per vivere in maniera sempre più ecologica, sostenibilmente e funzionalmente la città. Tra queste spiccano la riqualificazione del cortile della Pomponazzo, un nuovo spazio polifunzionale alla Bertazzolo, la riqualificazione della Biblioteca Baratta e la demolizione e ricostruzione della Palestra Martiri, che diventerà uno spazio a doppia altezza con una zona dedicata al gioco e allo sport e una sala soprastante da circa 100 posti.

Tutte le azioni descritte sono gratuite e inserite nell’ottica di fornire ancora più servizi a giovani, famiglie e cittadini, di trasformare le scuole in spazi al servizio dei quartieri e nel rendere tali spazi accessibili a tutti. Una parte di quanto pianificato è già stato realizzato, altro ancora è da fare nei prossimi due anni.

“L’obiettivo è creare, utilizzando le scuole come luogo di comunità, tutto un sistema che ci permetta di ampliare una serie di servizi e utilizzare le scuole come hub di quartiere – spiega l’assessore Adriana Nepote – Pertanto la scuola che è il luogo naturale dell’educazione formale viene aperta alla comunità e al quartiere per sviluppare attività che non sono sempre e solo riferite all’educazione formale. Queste attività coinvolgono oltre 30 partner nei settori della cultura, del welfare, centro per la famiglia, la scuola, i giovani. Le attività vengono da un lato implementate per quanto riguarda le attività scolastiche, ma tante sono dedicate a formare i giovani, a dare loro della formazione, a conciliare scuola e lavoro, famiglia e lavoro e promuovere nei giovani la partecipazione attiva nella vita cittadina”.

“Si tratta di un progetto di importanti ricadute sulla città – aggiunge l’assessore all’Istruzione Serena Pedrazzoli – 16 milioni di euro che arrivano a Mantova per realizzare azioni immateriali – più servizi, più laboratori – e per opere pubbliche legate agli ambienti scolastici. Il bando è trasversale perché occupa diversi settori: dalla pubblica istruzione alla cultura, le biblioteche, il welfare, i lavori pubblici, la mobilità sostenibile. La nostra visione è quella di scuole aperte: al loro interno accade qualcosa che ha una ricaduta sul quartiere”.